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Come ne uso io, amando come io amo. Io amo, prima persona del tempo presente. Ego amo, j'aime, I love, Ich liebe, yo quiero, e tutto il rimanente che si riscontra nella grammatica poliglotta. Io amo; non lo credi? amo la Giulia, che è una donna stupenda, e la sua ombretta sdegnosa, che mi aleggia dintorno, non se l'abbia a male se la chiamo soltanto una donna. Ella ci ha del sangue nelle vene, non gi

Un'altra figura storica del tempo di Rienzi e Petrarca aleggia nel palazzo di Avignone, quella di una bella e giovine principessa, accusata dell'uccisione del marito ed assolta dal Pontefice; Giovanna I regina di Napoli e signora di Avignone e della Provenza. Quale erede del regno, era stata fin dalla fanciullezza fidanzata dal suo avo Roberto I al giovane principe Andrea d'Ungheria. Questo re morì il 19 gennaio 1343, dopo aver stabilito un consiglio di reggenza per la durata della minorit

Qual trampolier, che da la ripa a un tratto Dentro al placido rio salta e gavazza, Così intorno al dormente agile in atto Balla quel mostro, e per l'aria svolazza; Gracchia qual corvo, miagola qual gatto, Sbuffa, ride, saltella urla, schiamazza; Or tentenna, or sgambetta, or gira e aleggia, E così lo deride e lo sbeffeggia: Questo dunque è l'ardir, questa la possa, Di cui tremar dovean l'alme e le stelle?

Non parlo della caccia, dei pesci, dei latticini, del burro, perchè ne parla la fama; e taccio, per non lasciarmi vincere dall'entusiasmo, di quel celebrato formaggio, nel quale, quando s'è fatto tanto di ficcare il coltello, si continua a infierire con una sorta di furore crescente, menando fendenti e puntate, e abbandonandosi a ogni specie di lavori d'intaglio e di scavo, finchè è vuota la forma, e il desiderio aleggia ancora sulle rovine.

Fu allora che egli fece il suo maggior quadro di Paolo e Francesca. La scena è bruna, è una stanza tappezzata di cordovano oscuro, senza ornamenti, senza galanterie di tavole scolpite o di finestre binate. Un lettuccio di velluto nero è in mezzo al quadro. Sul lettuccio distesa, morta, con la faccia bianca e sorridente, che fa macchia sul velluto nero, con le mani raggrinchiate, giace Francesca. Stramazzato a terra, bianco, morto, con le spalle appoggiate al lettuccio, con la testa vicina a quella di Francesca, è Paolo. Vi è sangue sulla veste di Francesca, sangue sul giustacuore di Paolo, una pozza di sangue per terra. Le due teste, ravvicinate, pare che si bacino ancora. Lanciotto non vi è, ma è dappertutto. Quell'assenza è di un effetto artistico eccezionale. Tutto è sobrio, tutto è severo, tutto è tragico, anche il bacio, specialmente il bacio. Nessuna mimica, nessuna coreografia. Aleggia nel quadro una fatalit

Una così deliziosa cosa! A chi non piace la musica di Beethoven, amici miei? Gli è che non sapevo persuadermi come dentro ci fosse proprio lui. Egli certamente è presente ancora all'esecuzione della sua musica, il suo spirito aleggia intorno. E la musica trema con divino ed infinito sospiro di sentimento, la melodia culla l'anima. Io avevo ben riconosciuta la Pastorale. Ricordate, voi, amici?

Questo colloquio è triste, assai triste; ripigliò poco stante il vecchio gentiluomo; ma in esso è tuttavia il primo lampo di gioia che illumini un tratto le tenebre della mia sconsolata esistenza. Non fate che mi sparisca tosto; consentite che questo po' di luce rischiari i miei ultimi giorni. È vostra madre che ve lo chiede per le mie labbra, ella che mi ha comandato di vivere per voi. Non sentite l'anima sua immortale che ci aleggia dintorno? Non pensate che ella ci ascolta, librata su noi, in atto di aspettare da suo figlio una parola che la raffidi? Io ne ho fede, io la sento, in questo punto la vedo. Vi racconterò una cosa strana, incredibile, ma vera. Un giorno, or fanno a mala pena quattro anni, io varcavo la catena delle Ande, eccelsa, paurosa sede di vulcani e di nevi. Perchè? non lo so; andavo innanzi come l'Assuero della leggenda, sospinto qua l