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Il padre Gavazza, energica figura di tribuno ribollente di passioni e fors'anche volgare di vizii, piaceva più dell'altro, gracile poeta, che la letteratura aveva travolto e la rivoluzione doveva stritolare. Ad entrambi la stessa gloria e la medesima vanit

Crollan; concordi e pronte Gridan le ciurme; il Sol s'affaccia, e cinge Due raggi a un tempo a due Gagliardi in fronte. Oh! viva! In armi avvolto Altri pugni e trïonfi: Amor costringe In gara industre il genio italo e'l franco! Ma qual fragor d'orridi bronzi ascolto? Ne la sanguinea gora Brenno gavazza ancora? Di stragi ancor non è satollo o stanco?

Qual trampolier, che da la ripa a un tratto Dentro al placido rio salta e gavazza, Così intorno al dormente agile in atto Balla quel mostro, e per l'aria svolazza; Gracchia qual corvo, miagola qual gatto, Sbuffa, ride, saltella urla, schiamazza; Or tentenna, or sgambetta, or gira e aleggia, E così lo deride e lo sbeffeggia: Questo dunque è l'ardir, questa la possa, Di cui tremar dovean l'alme e le stelle?

La predicazione patriottica cominciata a Bologna dai padri Gavazza e Ugo Bassi infiammava il popolo alla guerra. Invece che nelle chiese, le prediche si facevano su per le piazze, dall'alto delle scalinate, fra una ressa di popolo piangente di ogni entusiasmo, giacchè l'effervescenza del sentimento patriottico permetteva qualunque eccesso di pensiero e di parola.

Or lisce e chete, or bieche, ispide, incolte Non pur turban le vie, ma i sensi e i cori: Inquiete, ansanti, curïose, folte Corron, s'urtan le turbe a' lor clamori. Sorgono a mille intorno a lor le stolte Menzogne alate e i pallidi Timori E il cieco Ardir, che ne l'error gavazza, E il Dubbio inerte, e la Discordia pazza.

E quando penso a mia madre, che un lento Vorace morbo uccide, Al focolar de la mia casa spento, Al lauto mondo che gavazza e ride, Un odio, un infrenato odio mortale, Spiega a’ miei versi l’ale. E tu mi chiedi amor?... Parti, m’oblìa, Fanciullo!... Oh, tu non sai L’ansie de la rovente anima mia In lotta sempre e non placata mai?... Lascia ch’io fugga, disamata e smorta, Ove il destin mi porta.