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Oh, lasciatemi andar dove la nova Scïenza sboccia come al Sole il fiore: Dove brilla, spumeggia e si rinnova L’onda rossa del gaudio e de l’amore. Ch’io fugga tra i braccianti infaticati, Tra colpi d’ascia e colpi di martel, Ch’io m’involi su i treni scatenati, Sibili e fumo vomitanti al ciel!

Ahi quanto è trista la fortuna della donna! e come è male appagato lo amore di molte nelli amanti! Ahi trista me! che troppo amai. Lassa! che ad altri tanto mi diedi che non sono piú mia. Deh, cieli! perché non fate che Lidio me ami come io lui amo? o che io fugga lui come esso me fugge? Ahi crudel! che chiedo io? Disamar e fuggir Lidio mio?

Se non approfittiamo di questo momento di tregua per fuggire, prima di domani saremo tutti morti. E dove dirigersi? chiese l'almea. O al nord o al sud o verso qualunque altro punto, purchè si fugga. Ma la pianura formicola di leoni. Ce li lascieremo indietro. I cavalli sono spaventati e andranno più rapidi del simoum. Ma corriamo il pericolo di venire raggiunti. Non aver paura.

«Io cominciai: Poeta». In questa quinta particella l'autore, udito il consiglio di Virgilio, e approvandolo, lo scongiura che quivi il meni, dicendo: «io ti richieggio, Per quello Iddio», cioè Gesú Cristo, «che tu non conoscesti, Accioch'io fugga questo male», cioè il pericolo nel quale al presente sono, «e peggio», cioè la morte, «Che tu mi meni ove or dicesti», cioè in inferno e in purgatorio, « ch'i' vegga la porta di san Pietro», cioè la porta del purgatorio, dove sta il vicario di san Piero: «Con quelli i quai tu fai», cioè di' essere, «cotanto mesti», cioè dolorosi, dannati alle pene eterne.

In tutte parti impera e quivi regge; quivi e` la sua citta` e l'alto seggio: oh felice colui cu' ivi elegge!>>. E io a lui: <<Poeta, io ti richeggio per quello Dio che tu non conoscesti, accio` ch'io fugga questo male e peggio, che tu mi meni la` dov'or dicesti, si` ch'io veggia la porta di san Pietro e color cui tu fai cotanto mesti>>. Allor si mosse, e io li tenni dietro. Inferno: Canto II

65 Il traditore intanto dar parole fatto gli avea, sin che i cavalli e i fanti vede esser giunti al loco ove gli vuole; da la porta esce poi con altretanti. Come le fere e il bosco cinger suole perito cacciator da tutti i canti; come appresso a Volana i pesci e l'onda con lunga rete il pescator circonda: 66 così per ogni via dal re di Frisa, che quel guerrier non fugga, si provede.

E il modo vostro è cattivo, se mai, per ottenere qualche cosa; ribattè la marchesa. Credete voi che fugga Giovanna stasera, e sia qui domani da capo il re d'Aragona? Ah, per buona sorte, e per rimettervi il fiato in corpo, soggiunse ella, ridendo, eccolo qua un re, signor prevosto, e migliore di quello che volevate servire.

Sia ferma nella fede e nei comandamenti, stretta ad un solo talamo, fugga i contatti illeciti, munisca la sua debolezza con la forza della disciplina; sia rispettabile per verecondia, venerabile per pudore, erudita nelle dottrine celesti, feconda nella prole, laudabile ed innocente, e giunga al riposo dei beati ed al regno celeste, e vedano entrambi i figli dei figli loro sino alla terza ed alla quarta generazione, e pervengano alla desiderata vecchiezza»....

Lascia ch’io fugga tra i sassi e le spine Sin che la vita muore, Ch’io fugga senza tregua e senza fine, Colla febbre nel sangue e Dio nel cuore.... .... Va, di pace e d’amor ricca è la terra: Fanciullo, io son la guerra. Io lo respinsi e dissi: «Non t’amai, Non t’amo, no. Che tenti? Viva o morta ch’io sia, tu non m’avraiEgli rispose: «Menti

Dhe perché son tuoi passi, tanto in fugga Voi tu ch'io mi distrugga: ah crudel orso Se me puoi dar soccorso, con un sguardo. Rus. Non più che 'l tempo è tardo, e gir men voglio. Chy. Aymè, non tanto orgoglio: crudo sei. Ru. Lassate, i panni miei. Chy. serai lassato: Ma prima a te mio stato, i' vo scoprir. Rus. Parla non mi tenir la mano adosso. Chy.