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E quando penso a mia madre, che un lento Vorace morbo uccide, Al focolar de la mia casa spento, Al lauto mondo che gavazza e ride, Un odio, un infrenato odio mortale, Spiega a’ miei versi l’ale. E tu mi chiedi amor?... Parti, m’oblìa, Fanciullo!... Oh, tu non sai L’ansie de la rovente anima mia In lotta sempre e non placata mai?... Lascia ch’io fugga, disamata e smorta, Ove il destin mi porta.

Puri, puri, , , . Ed era un pigiarsi vorace, un rumore sordo di becchi che battevano il suolo, tramezzato da qualche schiamazzo, da salti e beccate con le penne del collo arruffate nel contrastarsi il becchime, dal pigolio dei pulcini e dal chiocciar delle chiocce, dal tubar dietro la compagna di qualche piccione, che, da vero innammorato, preferiva al cibo la galanteria.

4 Undicimila ed otto sopra venti si ritrovar ne l'affocata buca, che v'erano discesi malcontenti; ma così volle il poco saggio duca. Quivi fra tanto lume or sono spenti, e la vorace fiamma li manuca: e Rodomonte, causa del mal loro, se ne va esente da tanto martoro: 5 che tra' nemici alla ripa più interna era passato d'un mirabil salto.

Dai caldi soli poi fatto vorace, Più che d'acque lucente di tue spume, Sprezzasti il verde dell'antica pace Per penetrar gli abissi, avido fiume, Portando guerra come ai forti piace. Così si ruppe il giovanil tormento Di questo cor contro le sorti cupe Del viver, temette lo spavento Che mugge ai piedi dell'aerea rupe, Quando si sparse la gran forza al vento.

Svanisce. da Bravo Ariele! Questa arpia hai ben rappresentato. Avevi, in vero, un aspetto vorace e in quel che hai detto non una delle istruzioni mie ti sei dimenticato. I subalterni miei ministri, hanno anch'essi recitato le loro parti con precisione singolare e vivezza grande. Agiscono ora gl'incanti e questi miei nemici sono presi nel laccio della loro demenza e sono in mio potere.

Etna così, quando dai fianchi immensi L'infocata trabocca onda vorace, E di sabbie infiammate e zolfi accensi I campi opprime, e l'aria accende e inface, Al povero pastore, in men che il pensi, Cinge di fiamme il campicel ferace, E, fatta isola intorno a lui che fugge, Lento e crudel tutto divora e strugge.

12 Voi dovete saper ch'oltre l'Irlanda, fra molte che vi son, l'isola giace nomata Ebuda, che per legge manda rubando intorno il suo popul rapace; e quante donne può pigliar, vivanda tutte destina a un animal vorace, che viene ogni al lito, e sempre nuova donna o donzella, onde si pasca, truova; 13 che mercanti e corsar che vanno attorno, ve ne fan copia, e più de le più belle.

Staccando alfin la mia bocca dalla tua bocca satolla, vedo oh terrore! la Notte vorace salire verso le nostre labbra... la Notte, divoratrice eterna di speranze e d'oro solare!... Un giorno!... Ecco ancora tutto un gran giorno annientato!... Salvami, bel Destino!... mio Destino che amo!... Il Torrente millenario.

Scendemmo dal battello al ponte, presso il grande ospedale militare ed io mi recai subito alla riva accanto all'albergo, per sapere qual fine avesse fatta la gigantesca tartaruga. Essa stava distesa su un carro a due ruote, legata con funi e accuratamente avvolta in scorze d'albero, quasi si fosse voluto preservarla da un raffreddore. Molta gente stava ad osservarla attentamente. Il guscio robusto era di un bellissimo color bruno con macchie nere; la testa pareva quella di un'aquila e perfino la bocca aveva la forma di un becco. Viveva ancora e guardava gli astanti con occhi spalancati pieni di stoica indifferenza; sembrava quasi volesse dire: «Tu sei una creatura più abominevole di me, o uomo, e cento volte più crudele e vorace del pescecane, tu che strappi alle profondit

Energici richiami, grida di ammonimento lo scossero: Roccaforte!... Signor tenente!... Via di !... Chi è quell'uomo lassù?... Allora discese, corse alla lancia, vi saltò dentro con la cintura non ancora affibbiata, immediatamente seguito da tutti i suoi uomini agili e muti. La leggera imbarcazione restò col suo carico umano sospesa sull'abisso urlante e vorace.