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Levato il cruento elmo dell'ucciso, e innalzatolo con barbare grida sulla bandiera, fu la spoglia di Guidone gittata nella fiamma divoratrice che distruggeva l'oppugnata fortezza.

Quand'ei di novo il caro latte elice, E scherzoso riprende i suoi garriti! Tai porge allor la madre inni d'amore, Quai mandar può de' Serafini il core! Ov'alti rischi fervono, Vieppiù la madre ardita Pel frutto di sue viscere Pronta è a donar la vita. Ella, se fera scoppïa Divoratrice vampa, Verso la cuna avventasi, E il pargoletto scampa.

E appena gli artigli del mostro dagli occhi verdi mi si conficcarono nel cuore, appena le prime mie ruvide mosse d'impazienza, di sospetto, di rimprovero le fecero intendere la divoratrice passione che cominciava ad invasarmi, ella mi apparve un'altra tutt'a un tratto.

Staccando alfin la mia bocca dalla tua bocca satolla, vedo oh terrore! la Notte vorace salire verso le nostre labbra... la Notte, divoratrice eterna di speranze e d'oro solare!... Un giorno!... Ecco ancora tutto un gran giorno annientato!... Salvami, bel Destino!... mio Destino che amo!... Il Torrente millenario.

Solo nella via sentì il freddo delle spalle nude sotto il raso nero del dominò; non aveva messo pelliccia, lei abituata a stare calduccio. Ma come la febbre divoratrice le saliva al cervello, non sentì più il freddo. Una nuova paura fu quella di non trovare carrozza. Camminava impacciata e guardinga, gelata dal freddo, riarsa dal caldo, urtando nelle colonnine; smarrendo la via sotto la maschera. Gi

Qui un pauroso fantasma si leva a turbare le rosee speranze dell’affaticato contadino e, salendo per la scala agricola, del colono. Fissiamolo un poco questo fantasma, e riconosceremo in esso l’idra divoratrice della miserabile classe dei campagnuoli. Ci soccorre con una breve nota descrittiva un apologista del Senato, il Teixejra.

La lunga stola dalle pieghe belle Tragicamente cade sul suo piede; Ella prega ed impreca irosa imbelle Comanda, chiede, Schiava, regina dal gemmato crine Innamorata, ascetica, pagana... Poi sovra il raso sa sgualcir le trine Occhïeggiando vana. E a dieci lustri d'intervallo il dramma Rifulge ancor nella novella attrice, Arde in quell'esil corpo una gran fiamma Divoratrice.