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Ugo guardava... La smorta faccia di Oberto non era faccia che egli si potesse dipingere incorniciata di maglia, colla bocca che impreca ai nemici, col naso fiutante la polvere del combattimento, cogli occhi dai lustri audacissimi... Imilda, melanconica e dolcissima, aveva l'aureola dei biondi capegli, le labbra dischiuse al canto amoroso, le nari voluttuosamente ebbre come d'alito profumato, le pupille lente nel sopore placido delle visioni insidiose.

Irrompe, ansa, urla, impreca, si sguinzaglia, si ricompone a barricar la via. .... Così, così s’ammazzano i fratelli in Dio, nelle citt

Pur, mentre impreca e sogghignando nega, Angiol ribelle, il cor, Mite una voce dal profondo prega: Amore, amor!... Vedova triste che silente stai Nel tuo gramo tugurio affumicato, E cuci, e cuci, e non riposi mai Presso il letto del tuo figlio malato; Che su la faccia scolorita e mesta D’un antico dolor serbi le impronte, E sei tanto infelice e tanto onesta, Vedi, vorrei baciarti sulla fronte.

Una donna stridula impreca contro le signore disfattiste e germanofile ma è subito interrotta da un uragano di altre voci stridule e mani fragili unghiute. Cento colli allungati di galline per raggiungere una mano alta piena di grano: Fuori i nomi! fuori i nomi! fuori i nomi! Pollaio esasperato dalla mancanza di galli... I galli imboscati non sono galli.

Chi combatte cogli spiriti Grida, impreca e il braccio ruota; Altri, al suol cadendo supplice, Resta in estasi devota; Poi proteste, insulti ed ire!... "Io son savio!... Voglio uscire! "Scellerati!... Al cenno mio "Ubbidite!... Io sono Iddio!..."

Li scuote brutalmente per liberarli, dai puzzi vischiosi e con un gesto vasto fa sbattere, sbattere tutte le finestre di Stazione per la Carnia. Poi parla, parla, ingiuria, fischia, sputa. Ritto in piedi, impreca contro il cielo e chiama alla riscossa tutti i Veneti fratelli. Meraviglioso Vento-oratore! Dove siete, infingardi? Venite! Venite!

Che nel silenzio de le tristi nevi Come rosa sbocciasti, e inconsumata Sete di gloria avevi?... Del genio coll’ignoto a te la guerra; A te la fantasia che tutto sfiora, E irruendo si sferra; A te la melodia che ha preci e schianti. Che parla, erompe, impreca e si contorce Su le corde pulsanti; A te la tela ove gioia e dolore, E carne e sole ed anima diventa Lo sprazzo del colore.