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46 Ma se tu mandi ancor che poche navi, pur che si veggan gli stendardi tuoi, non scioglieran di qua tosto i cavi, che fuggiranno nei confini suoi questi, o sien Nubi o sieno Arabi ignavi, ai quali il ritrovarti qui con noi, separato pel mar da la tua terra, ha dato ardir di romperti la guerra.

Sarete infamata! Da chi? chi ardir

non mio voler seguendo ma mia stella, parto col corpo sol, che l'alma scarca de la soma mortal meco non varca, ma riman seco obediente ancella. E se quel, che fra me tacito e solo cantando vo' con più di mille insieme, per la Garza, e Forcella, e Tavaiano, udisse pur un l'invido stuolo ben morria di dolor veggendo vano tornar l'empio ardir suo, ch'indarno freme. Dello stesso

Dunque, diss'ei, ne l'alto Olimpo ardente Valsi a tentar l'inaccessibil sorte, Ed or caduco ardir di mortal gente Su l'ima terra a contrastarmi è forte? Io poi d'orrore, io poi d'ardor possente? Io de l'inferno re? re de la morte? Che re? che 'nferno? io non mi scorgo intorno Altro, che sprezzo obbrobrioso e scorno: LX

L'alto AMEDEO, nel cui valor ti fidi, Ben contra Turchi, egli dicea, fu franco; Ei caccionne gran turba inverso i lidi, Le lor vestigia a seguitar non stanco; Vidi, che 'n fuga ei li disperse e vidi Che su l'arena gli trafisse, ed anco Ch'ei si spinse nel mar, folle consiglio, Che con immenso ardir sempre è periglio.

Memorabile ardir far

Dimenticatemi, messer Giacomo Pico; disse a lui di rimando Nicolosina, più afflitta tuttavia che ferita da quelle acerbe parole. Siete violento e scortese. Se tutti gli uomini vi rassomigliano, io non amerò nessuno sulla terra. Il primo che ardir

Seduto in faccia allo scoglio sovrano, condussi mentalmente a fine la poesia sgorgatami dal cuore alla mattina: Se lunghe, amare furono le tenebre, Degna è quest'ora tutto di soffrir; Di rifiorente giovinezza irrompermi Sento nel petto gl'impeti e gli ardir. Sublime Iddio che mi darai la morte, Ed or mi doni un più potente amor, Sia benedetta la mia dolce sorte!

Ambedue i padrini ruppero in un grido di ammirazione. Bravi! bravi, perdio! esclamò il conte Nelli, il quale, da buon gentiluomo, non faceva più da padrino, ma da giudice imparziale. Signori, voi siete due valenti avversarii. Io, con licenza del signor Assereto, vi prego a farla finita, e chi ardir

ESSANDRO. pensiate, signora, ch'io avessi avuto ardir di venir a ragionarle, se non avessi fatto fra me la medema deliberazione. Son troppo incomparabili le vostre bellezze, il mio cuore sa arder se non per voi, questi occhi sanno in altro specchiarsi se non in voi, lucidissimo mio sole.