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59 Carlo, ch'aviso da Rinaldo avuto avea che presso era a Parigi giunto, e che la notte il campo sproveduto volea assalir, stato era in arme e in punto; e quando bisognò, venne in aiuto coi paladini; e ai paladini aggiunto avea il figliol del ricco Monodante, di Fiordiligi il fido e saggio amante; 60 ch'ella più giorni per lunga via cercato avea per tutta Francia invano.

Il luogo di Frassineto serba incerte e guerresche tradizioni intorno a queste orde di miscredenti. Negli Annali d'Italia il Muratori cita all'anno DCCCXXXIII Frodoardo cronista (in Ch. T. II Rer. Franc. Du-Chesne): i Saraceni abitanti in Frassineto meatus Alpium occupant, atque vicina quaeque depraedantur. All'anno DCCCCXL Frodoardo ancora dice che "una gran brigata d'Inglesi e Franzesi, incamminata per devozione a Roma, fu costretta a tornarsene indietro, occisis corum nonnullis a Saracenis. Nec potuti Alpes transire propter Saracenos, qui Vicum Monasterii Sancti Mauritii occupaverunt. Se qui è indicato il Monastero Agaunense di S. Maurizio ne' Vallesi, avevano dilatato ben lungi quegli Infedeli assassini di strada il loro potere". Segue ancora il Muratori, all'anno DCCCCXLI: "Circa questi tempi più che mai infierivano i Saraceni abitanti in Frassineto ai confini dell'Italia e della Provenza (Liut., lib. 5, n. 4). Studiava il Re Ugo la maniera di snidare quei crudeli masnadieri, e conoscendo di mancargli le forze per mare, giacchè in quei tempi gli Imperatori e Re d'Italia poco attendevano ad avere armate navali, prese la risoluzione d'inviare ambasciatori a Costantino e Romano Imperadori de' Greci, per pregarli di volere a lui somministrare una competente flotta di navi con fuoco greco, acciocché mentr'egli per terra andasse ad assalir quei barbari ne' loro siti alpestri, esse incendiassero i legni dei mori, ed impedissero, che non venisse loro soccorso dalla Spagna." E Frodoardo ancora, all'anno DCCCCXLII: Idem vero Rex Hugo Saracenos de Fraxinedo eorum munitione desperdere conabatur. Osserva il Muratori: "Pertanto dovrebbe appartenere all'anno presente ciò che scrive Liutprando (lib. 50, n. 5). Cioè che avendo Romano Imperadore inviato uno stuolo di navi a requisizione del Re Ugo, questi le incamminò per mare a Frassineto. L'arrivo d'esse col

Poi ne la tragge, e con la man guerriera Immantenente ad assalir si volse Il dritto colmo de la testa altiera; Ma percotendo non di taglio il colse: Pur l'abbatteo; chè la percossa fiera L'intronò che di se stesso il tolse. AMEDEO lascia il fier, ch'estinto crede, E su gli altri fugaci affretta il piede.

Alza la fronte, e per lo ciel tal volta E per gli aerei campi il ciglio gira, men tal volta de la selva folta Tra pianta e pianta intentamente mira; Nulla non vede, e via più sempre ascolta Fiero rimbombo di minaccia e d'ira, E de le trombe eccitatrici i carmi, E 'ntorno Rodi ogn'or gridarsi a l'armi. Quinci ratto assalir l'infide genti Grande gli corre ardore entro a le vene.

36 E come quel ch'avea il pensier ben fermo di quanto volea far, si mosse ratto; e perché alla donzella essere schermo, e la fera assalir potesse a un tratto, entrò fra l'orca e lei col palischermo, nel fodero lasciando il brando piatto: l'ancora con la gomona in man prese; poi con gran cor l'orribil mostro attese.

Carlo poi, risalita Italia, e lasciato a Pavia Pipino il re fanciullo, tornò a Francia. Quindi mosse a Baviera contra Tassilone duca, genero di Desiderio, mentre il faceva assalir pel Tirolo da un esercito longobardo. E avutolo nelle mani, lo spogliò e fece monaco; e divise pur quel ducato in contadi.

Quinci Aletto crudel sul duce anciso L'indomito furor non ben consola; E di Danastro a fingendo il viso Verso Alete e Giassarte ella sen vola. Grida il mostro infernal: certo è l'avviso: Non ascoltate invan la mia parola; Mentre quì state ad assalir le mura, Mal nostra gente è col

A ciascun di lor tre, che 'l morir prezza più ch'aver vita che con biasmo sia, di vergogna arde il viso, e il cor di duolo, che tanti ad assalir vadano un solo. 77 La crudel meretrice ch'avea fatto por quella iniqua usanza ed osservarla, il giuramento lor ricorda e il patto ch'essi fatti l'avean, di vendicarla. Se sol con questa lancia te gli abbatto, perché mi vòi con altre accompagnarla?

Che fia non so; ben ho fermato in mente Anzi fra duri acciar correre a morte, Che del crudo Ottoman l'iniqua gente Vincitrice mirar dentro a le porte, Troverò requie infra le turbe spente: Voi, quale aspetti miserabil sorte, Eleggo non pensar; tormento immenso Troppo suolmi assalir, s'unqua ci penso. Cotal rivolto a le miserie incerte, Egli dicea d'ogni speranza in forse.

103 Come d'alto venendo aquila suole, ch'errar fra l'erbe visto abbia la biscia, o che stia sopra un nudo sasso al sole, dove le spoglie d'oro abbella e liscia; non assalir da quel lato la vuole onde la velenosa e soffia e striscia, ma da tergo la adugna, e batte i vanni, acciò non se le volga e non la azzanni: 104 così Ruggier con l'asta e con la spada, non dove era de' denti armato il muso, ma vuol che 'l colpo tra l'orecchie cada, or su le schene, or ne la coda giuso.