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Quando AMEDEO fin da l'Italia corse E scese in Rodi ad arrecar salute, Ove gli amici così fier soccorse, Che son le glorie d'Ottoman perdute. Chi sia costui, ch'a noi contrario sorse, Qual ne la destra sua splenda virtute, Io nol dirò: del Vatican devoto, A grande onta di noi, pur troppo è noto.

con sembiante neghittoso e lento I gran soccorsi rimirava Aletto, Mostro infernal, cui sol pena e tormento Di Rodi afflitta empiea di gaudio il petto: Volse il pensier per mille parti intento A sviarne il campion dal Cielo eletto, E quando ella il dispera, aspra s'ingegna Di far Rodi espugnar prima ch'ei vegna.

Mentre riarsi il cor d'empi disdegni Son trasportati dal furore interno, E del valore uman varcando i segni Hanno le piaghe, hanno la morte a scherno, Dal colmo eccelso degli eterei regni Chinò l'eterno Dio lo sguardo eterno, Mirando in Rodi e fuggitivi e spenti, men de i vincitor l'arme possenti.

La gran Spartana giù del nobil seno Grida, o Pelasgo; ed ei si volse intorno; Ed il sembiante dimostrò sereno E di vera fortezza il guardo adorno. Ella soggiunge: non ti tenga a freno Rimembranza di morte in questo giorno; Fa schermo a Rodi da' nemici incendi; Pensa al nome di Sparta, onde discendi.

E Folco allor con un gentil sorriso Dalla muraglia a dipartir le prega: Che sia colmo d'amore il vostro avviso, Certo è senza ragion, s'alcuno il nega; Ma non dovete voi scemar le lodi, E far vergogna a i difensor di Rodi.

Così ragiona ingannatore e geme, E di lagrime finte inonda il viso, E poscia batte ambe le palme insieme E nel gran cavalier tien l'occhio fiso. Egli ascoltando le querele estreme E de la terra il non temuto avviso, Alquanto i suoi pensier seco raccoglie Non certo a pieno, indi la lingua scioglie: XXIV Donna, se 'l tuo parlar per me s'intende, Rodi è caduta a terra; ascolto il vero?

Mentre de l'altrui vita acerbe prede Fa l'alta destra, e 'n guerreggiar non posa, L'Angel di Rodi avea fermato il piede, Sembiante ad uom, ne la citt

Tanto affanno, diss'ei, tanto quì sento Sparso dolor, perchè l'ignobil terra D'isola angusta altri n'usurpi e spento Caschi un sol Duce e senza biasmo in guerra? Non di danno vil tempra il tormento Il mondo immenso, e l'Ocean, che 'l serra? Ove ad un cenno sol tanto reggete, Che certo Rodi disprezzar potete?

Ma l'Angel, che di Rodi il ben procura, Umil parlava a la possanza eterna: Mova tua pièta grande oltra misura Contra il furor de la malizia inferna Di Rodi afflitta la miseria omai, E per tua destra si sottragga a' guai. Corrono i Turchi minacciando, e lieti Omai di certa speme empiono il petto: Io non m'oppongo lor, chè tu mel vieti; E di tua volontate il cenno aspetto.

Quasi duemila; e, profittando del lieto viso del dittatore, Rodi soggiunse: colla paga di tre tarì, in una settimana avremo tutta la figliuolanza di Palermo. Il mio intendente generale si rammarica di questa spesa. Ma ne caveremo dei bravi soldati in un batter d'occhio, Generale. E, come saggio del loro progresso, il maggiore fece eseguire alcuni movimenti.