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Quinci Aletto crudel sul duce anciso L'indomito furor non ben consola; E di Danastro a fingendo il viso Verso Alete e Giassarte ella sen vola. Grida il mostro infernal: certo è l'avviso: Non ascoltate invan la mia parola; Mentre quì state ad assalir le mura, Mal nostra gente è col

Cotale agli occhi del guerrier scoprirsi Determinò ne la remota sede Aletto; e di repente indi partirsi Sembiante fa, come di lui s'avvede. Ed ei, che la mirò quasi pentirsi D'avere innanzi a lui fermato il piede Volge placidi sguardi; e poi cortese In fatta maniera a parlar prese: XIV

Gonfiansi entrambe, e rio furor le accende Con orgoglio superbo a far difesa; Ma poi nel petto lor tema discende che torna di giel l'anima accesa; Quinci Aletto smarrita a fuggir prende, Segue Megera, e la bramata impresa Rimansi ivi deserta, onde d'affanno E con ringhi e con mugghi aspri sen vanno.

dice Aletto; e l'infernal tiranno L'unghie affocate in se rivolve, e i denti, E con atroce, alto anelar d'affanno Cosparge intorno opache nubi ardenti; Cotal divien, che 'n rimirar ne tranno Novo, immenso dolor l'alme dolenti; Ed egli impria per formidabil rabbia A pena infuriato apre le labbia: LVIII

e con idre verdissime eran cinte; serpentelli e ceraste avien per crine, onde le fiere tempie erano avvinte. E quei, che ben conobbe le meschine de la regina de l'etterno pianto, <<Guarda>>, mi disse, <<le feroci Erine. Quest'e` Megera dal sinistro canto; quella che piange dal destro e` Aletto; Tesifon e` nel mezzo>>; e tacque a tanto.

Ma dal rabbioso cor voci spietate Spargeva Aletto, e terribil freme, Che da la fronte, e da le ciglia irate Fiamma rinversa, e rio veneno insieme; Spento Ottoman, spente sue squadre armate Quì rimiro oggi mai, spenta ogni speme, E che si possa far, quinci m'adiro, Per opra nostra a suo favor, non miro.

Più da' suoi cavalier non si difende? Del superbo Ottoman sostien l'impero? Quivi Aletto sue frodi a narrar prende: Ma ferma il guardo in volto al cavaliero, Ben osservando, s'ei consente o nega Credenza al ver, mentre le note spiega.

Non è chi terga elmi sanguigni, o studi Ne l'ampio vallo disfrenar destrieri; L'aste vedresti, e gl'ingemmati scudi In folta polve, e i ricchi arnesi altieri; Erra fremendo orrida Aletto, e crudi Giù ne l'alma infernal nudre pensieri, Gli aspidi vibra in su la fronte atroce, Ed ivi errando se ne va veloce.

Prega per Rodi il gran Battista, e scende Angelo in Sciro, onde Amedeo ritrove; E 'l famoso Guerrier, poichè l'intende. Inver l'isola oppressa indi si move. Scorgelo Aletto, ed Ottomano accende. Perchè gli assalti alla citt

Il canto V. della minore, principia con la 24 del settimo della maggiore Quinci Aletto crudel ec.