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De' figli amore il petto lor non vinse, Nol vinse amor de le gentil consorti; Studio del Ciel tutti infiammolli e spinse In mare e 'n terra a disprezzar le morti: Ben l'empio inferno in contra lor s'accinse; Ma nulla fu; chè coraggiosi e forti Più sempre ebbono l'alme e le man pronte, E di Sion voller vedere il monte.

che possa ridotta in piagge apriche, ove nocer non può contraria sorte, fiere stelle al nostro danno intente; poste in oblìo l'acerbe sue fatiche fuggir le pompe, e disprezzar la morte, tenendo sempre in Dio ferma la mente. Monsignor Girolamo Artusio. Con gratia et privilegio. LIII. Allo stesso

Che non proverebbe più, mai più la gioia di vivere e di sentirsi fino alle viscere immerso nelle profonde ristoratrici ebbrezze della Natura e dell'Arte! Ma era anche più orribile pensare ch'egli avea potuto disprezzar tutto ciò; e staccarsene, volontariamente; e per sempre! Da quale cupo vertiginoso abisso aveva egli attinto la disperata forza dell'abbandono e della rinunzia?

La vergine real, come orgogliosa, E da ciascuno ad ammirarsi avvezza, Quando meno il pensò, quasi vil cosa, Sentendo disprezzar la sua bellezza, Vassene fuor di se; pensa sdegnosa Vendicarsi di lui, che la disprezza, Pensa preghiera rinnovare ardente, Ma d'ogni suo pensiero indi si pente.

Dimandatelo ai preti per cui oggi si chiaman cafoni; ai preti ch'ebbero il talento di farne popolazioni di sagrestani, curvi, gobbi, col collo torto a forza di baciamani e di genuflessioni; ai preti che insegnarono loro l'odio agli uomini liberi, alle libere istituzioni, alla scienza ed ai suoi grandi cultori, all'indipendenza patria; ai preti infine che insegnarono loro a disprezzar l'Italia e a tradirla!

La Marfisa, forse con ragione, sará considerata quel parto, ed io averò avuta la sfacciataggine di dedicarla a Vostra Eccellenza. Non posso tuttavia ridurre interamente il mio cuore a disprezzar questo poema quanto, uniformandomi ad altri, sarei capace esternamente di avvilirlo con le parole.

Tanto affanno, diss'ei, tanto quì sento Sparso dolor, perchè l'ignobil terra D'isola angusta altri n'usurpi e spento Caschi un sol Duce e senza biasmo in guerra? Non di danno vil tempra il tormento Il mondo immenso, e l'Ocean, che 'l serra? Ove ad un cenno sol tanto reggete, Che certo Rodi disprezzar potete?

Ti ridurrai vecchiaccia ricusata, abborrita, ridicola e muffata. Scrive Turpin che a questa volta sola pianse Marfisa assai dirottamente. Abbracciando Ermellina, la parola non potea sciôr pel singhiozzar frequente. Poi disse alfine: Amica, la tua scola non voglio disprezzar, sarò prudente; ma dell'abbandonare il mio guascone io non ho cor per tal risoluzione. Caro colui!