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Ma le nostre oziose ciarle troncò un cafone capitato da Isernia, il quale con allegro sembiante raccontava la improvvisa ritirata dei regi eseguita nella notte verso Capua con parte dei cafoni, e la scomparsa degli altri per l'appressarsi delle truppe piemontesi. La grata novella rinfrancò gli spiriti sbigottiti della citt

E qui ci facevan l'onore d'immedesimarci coll'esercito condotto contro di noi da Farini. Non giungendo le legioni d'angeli e fuggendo, a rompersi il collo, quelle dei cafoni, i nostri rimasero padroni assoluti di Sora, ove prima cura fu quella dei feriti e poi quella di seppellire i morti.

Comunque, egli eccitava a tutta possa i borbonici all'assalto. Correva dalle fila dei cafoni ai cacciatori esortandoli in nome del re, ch'ei disprezzava, della religione, ch'egli irrideva, ed in nome del diavolo! Prometteva onori, paradisi, ricompense, e qualche volta ricorreva anche a dei rimproveri, a degli improperii e a delle bestemmie.

Da Rionero, avanti però, comincia una storia ben dolorosa per i nostri prodi amici. Il loiolesco, poco fidandosi delle attitudini guerresche de' suoi cafoni, avea chiesto un battaglione di cacciatori al re di Napoli, e l'esercito borbonico dovendosi chiudere nelle fortezze di Capua e di Gaeta, non fu difficile ottenerlo. Cotesti soldati, gi

Taglio di piante e di strade, trincee, imboscate, mine, distruzione di ponti e quante scelleraggini inventa la malissima umana intelligenza, quando propensa o spinta all'esterminio della propria specie; tutto fu messo in opera dai cafoni diretti da chercuti o non chercuti reazionari.

Frattanto esplorate i disegni e i movimenti del nemico. Il pover'uomo, carezzandosi la testa calva e acconciando dalla nuca verso le tempia i radi capelli grigi, avea il sembiante di persona oppressa dal presentimento che i cafoni gliel'avrebbero fra poco cimata e confitta in una picca. Voi mi sagrificate! borbottò con voce suffusa da un gemito.

Non appena la mina ebbe scoppiato, una valanga di forsennati precipitò dai monti sulla destra dei nostri. Urlavano come belve, mentre fulminavano stando dietro le piante una grandine di fucilate. Fortuna per i liberi che i cafoni non erano destri a sparare il fucile. Non così i cacciatori borbonici.

Cessata la sensazione piacevole di questa scena, riprese il suo dominio lo sdegno di prima, e così alterato m'avviai all'appartamento di mia moglie. Entrai senza pronunziar sillaba, viso lungo, cappello in testa. Che hai? Che cosa ti accadde? ella mi dimandò affettuosamente. Il canchero alla reazione! Vuoi venire anche tu? Dove? Alla caccia dei cafoni in Isernia; cinquanta miglia da qui.

Non fu la sola fuga degli avviliti cafoni, la fortuna del valoroso avanzo dei trecento; ma Corvo stesso, che, come capo supremo, trovavasi a cavallo, e che, rabbioso di non poter spingere i suoi all'assalto, s'era avanzato primo, e venuto alle mani con P..., più forte e più svelto di lui, fu rovesciato da cavallo da una sciabolata attraverso il muso, e consegnato prigioniero nel centro della colonna.

Egli c'informò che duemila fra soldati regi e gendarmi occupavano Isernia, ove mettevano capo due o tre migliaia di cafoni, i quali mantenevano viva la ribellione in un raggio di quindici a venti miglia da quel centro.