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Il parapiglia che successe in quel sotterraneo lo lascio immaginare al lettore. Colpi di daga da una parte e baionettate dall'altra fulminavano in quel poco decente recinto, ma presto la bravura dei figli della libert

Aveva inoltre coronate le cime delle alture di forti parapetti per tenere al coperto la fanteria, e scavati dei fossi nei lati, pure protetti di parapetti, dietro ai quali stavano numerose truppe, mentre molti cacciatori tirolesi erano appostati dietro gli alberi e nelle case da dove fulminavano gli assalitori. Vittorio Emanuele dirigeva in persona le operazioni militari.

Al contrattacco del nemico, che aveva spiegato forze imponenti, e al fuoco delle sue artiglierie che fulminavano, la colonna avanzata composta di truppe di linea non resse, balenò prima, poi, presa da panico, si sbandava abbandonando al nemico un cannone e non arrestandosi che a Treviso.

Non spirava soffio d'aria, pure il lago ondulava agitato per i moti di tante navi che quivi procedevano, s'urtavano, retrocedevano: vedevansi sornuotare per tutte quelle acque frantumi di barche, pezzi di tavole carbonizzate, pennacchi, cappelli e lembi di sopravveste: l'intero orizzonte era oscurato dal fumo che si stendeva in forma d'un gran cerchio cinericcio intorno al luogo della battaglia, e veniva aumentato verso levante dai vortici che continui s'alzavano, ove stando in lotta col maggior numero delle loro navi i due sommi condottieri delle flotte si fulminavano incessantemente colle artiglierie. A mezza portata di bombarda dalla Salvatrice vedevasi combattere accanitamente quel branco di legni fra cui stava il Busto-di-ferro, e contro le quali aveva fatta rivolgere la sua prora Gabriele. Il fragore della scarica fatta dai Ducali contro l'Indomabile e la risposta subitanea di questa, scossero Falco da quel momentaneo riposo a cui si era abbandonato, onde alzato il suo moschetto gridò: "Presto, mano all'opera, che il più bello del giuoco sta ora per incominciare. Di camicioni rossi e di quei di Spagna ne abbiamo gi

I francesi eransi fortemente stabiliti con l'intera Divisione Guepiller anche nella Via Flaminia da dove per 28 giorni fulminavano il Pincio, bombardavano la citt

Gli artiglieri rispondono coi loro otto cannoni alle furiose scariche nemiche, molti muoiono da eroi sui loro pezzi, ma vengono tosto rimpiazzati da altri animosi, dal molino e dalla casa del Lago, della quale i Toscani avevano fatto una fortezza aprendovi feritoie e fulminavano gli assalitori; il battaglione degli studenti si slancia con impetuosa carica sulla sinistra del nemico, lo rompe e lo mette in fuga.

Non appena la mina ebbe scoppiato, una valanga di forsennati precipitò dai monti sulla destra dei nostri. Urlavano come belve, mentre fulminavano stando dietro le piante una grandine di fucilate. Fortuna per i liberi che i cafoni non erano destri a sparare il fucile. Non così i cacciatori borbonici.

Questo è il combattimento, che accadde al ponte Molle. I Romani temendo sorpresa, e danno dal lato dei monti Parioli attesero ad allungarsi sopra queste colline; scontratisi col nemico ne successero molte e varie avvisaglie di cui fu il fine, che i nostri snidassero i Francesi da certe case ch'essi occupavano, e le incendessero; però il giorno di poi non patendo essi cotesta cacciata, di buon mattino valicarono grossi il ponte Molle, senonchè bersagliati dai nostri cannoni che dalle alture li fulminavano ebbero a ripiegarsi su l'altra sponda; ma nel pomeriggio il generale Guesviller li riconduceva all'assalto contro la diritta difesa dal colonnello Masi; da una parte e dall'altra incerta la fortuna, pari il valore; i capitani di stato maggiore Podullack, e Taczanowski entrambi pollacchi accorsero al quartiere generale per rinforzi, egli ebbero ma tardi e pochi comandati da quel fiore di uomo Berti-Pichat nel quale ammiri in bellissima concordia congiunte la dottrina, la probit