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Assicuratosi che l'attacco sulla destra aveva avuto luogo, il generale Zucchi lanciò le sue colonne sul centro e la sinistra, ove, favoriti dalle posizioni e comandati dai valorosi Manara¹ e Zambianchi, i Romani ricacciarono gli assalitori nel piano con tanto impeto da non lasciar più loro il tempo di riordinarsi.

Poche furono le parole d'intelligenza tra i liberati, ma quelle poche bastavano per intendersi, e formando un gruppo compatto, precipitaronsi sui difensori del cancello, li assaltarono alle spalle, li disarmarono, ed aprirono al residuo dei compagni di fuori. Era veramente molto piccolo il residuo dei nostri prodi assalitori.

Lo strano rumore fu udito altresì in una camera appartata del primo piano, dov'era il più ragguardevole abitatore del castello e il più interessato in quella bisogna, poichè il colpo degli assalitori notturni era rivolto contro di lui. Il marchese Galeotto si era da forse un'ora ridotto nelle sue stanze, per prendere un po' di riposo da tante fatiche e sopraccapi del giorno.

Ma chi può dire di qual palpito battesse il cuore di Giovanni? egli sentiva giunto il momento o della sua liberazione o del suo fine; il suo cuore, aprendosi all'allegria, quasichè presagisse il termine delle sue sventure, si spezzava all'idea medesima del trionfo degli assalitori.

Sotto! sotto! pigliatelo vivo! gridò Giovanni di Trezzo. Vo' farlo impiccare per la gola, questo furfante, che s'ostina a resistere dove comanda la repubblica genovese. No, perdio, non comanda la repubblica! rispose fieramente mastro Bernardo. Comando io, qui; difendo due donne dai vostri tentativi ribaldi. E seguitava a menar colpi a tondo, per tenere in rispetto gli assalitori.

E Clelia non l'aveva essa riconosciuto il suo Attilio nel ruggito che avevan mandato agli assalitori? Oh ! quando il grido di quei dieci fece risuonar le volte del castello e tanto spavento suscitò nell'anima dei papalini, Clelia abbandonò un'arma che aveva allora terminato di caricare e volò a un balcone da dove potè osservare la scena.

Egli narra in seguito come venti soli amici del Savonarola respinsero gli assalitori, uccidendone il capo e scacciarono tutta la turba per tre volte. Tre volte tornò la folla inferocita all'assalto. I nemici appiccarono ora il fuoco alle porte della chiesa e del convento.

L'ordine dato da Orazio alla sua gente era di non tirare da lontano, aspettare il nemico a bruciapelo ed allora dovesse ciascuno col suo tiro abbattere il suo uomo. E così si fece. Gli assalitori avanzavano con passo ardito verso il castello, e gi

La notte favorevole ai ladri ed agli amanti, lo è anche qualche volta ai coraggiosi che sanno aspettarla intrepidi quando, sopraffatti da numero grande di assalitori, sarebbe pericolosissimo il ritirarsi davanti a loro di giorno; chè la ritirata volgerebbesi certamente in sconfitta, senza contare il gran numero di perdite che ne risulterebbe.

Alcuni egiziani, spezzati i legami, raccolsero quelle armi e le impugnarono disponendosi in cerchio intorno ai compagni inermi. Era tempo. I guerrieri di Tell-Afab, dopo una debole resistenza, oppressi dal numero strabocchevole degli assalitori, avevano gettato le armi dandosi a precipitosa fuga. I guerrieri del Mahdi, scalata la palizzata, si riversarono giù nella zeribak mandando urla feroci.