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Scorgelo un altro de lo stuolo inferno, E gridava ver lui con guardi irati: Asmodeo possente, or che discerno? Ove lasci sepolti i pregi usati? Fassi in guerra di Turchi aspro governo, E tu quì piangi neghittoso e guati? per salute lor svegli l'ingegno? Ora è ciò prova d'infernal disdegno?

Ora poichè pel riposo, e per le cure di alquanti giorni ebbe Rogiero rimarginate alla meglio le ricevute ferite, avvenne che certa volta, essendo lontano Ghino pe' bisogni della masnada, si mettesse soletto per la foresta; teneva le braccia incrociate sul petto, il capo chino a terra, camminava or lento, ora ratto, spensieratamente. La rimembranza delle passate avventure gli assaliva l'anima come un senso di mestizia, poi come irritazione dolorosa, alla fine come eccesso di rabbia; allora tu lo avresti veduto correre, cacciarsi le mani pe' capelli, disfatto nel sembiante, stralunato negli occhi, urlando e bestemmiando, come creatura travagliata dagli assalti del Demonio. Tutto sudante si appoggiava al tronco di un albero, o tra l'ansare dell'affanno sofferto ad alta voce diceva: «Qual è che nega il destino? Venga chi il nega a contemplare la sentenza feroce che mi condanna alla infamia; e se il cuore gli basta, affermi che non sia destino. Ecco, non vedo lato dal quale mi volga, che non sia un delitto: delitto, se sto neghittoso, delitto, se opero. Il sangue di mio padre grida dalla fossa.... chiudiamo il cuore e le orecchie.... egli star

E che ti frulla adesso? Vorresti ch'io n'andassi a domandar l'elemosina? Piuttosto, piuttosto... Uh! uh! Ecco il superbioso!... Piuttosto lasciar schiattar moglie e figliuoli di fame neh?.. Di' che non vuoi far proprio nulla e che ti aspetti da neghittoso che ti piova la manna sulla bocca... Fa il piacere Rosina; non suonarmi di questo strumento, non sono fatto per codeste umiliazioni io.

Disdicetevi dunque di codesta parola di neghittoso che mal mi si adatta; e se il cuore vi punge la sorte della misera nazione longobarda e di me, provvedete, e sollecitamente, energicamente provvedete. Sta bene « sclama Ildebrando » ritírati. All'uscire di Baccelardo, senza essere chiamati, l'abate di Cluny ed Alberada si presentano.

O d'arme invitto, e più di cor gentile, Germe immortal degl'immortali Eroi, Com'è, che d'ozio neghittoso e vile Non tuo valor, non tua virtù s'annoi? Tu di vil plebe a seguitar lo stile Or volgi riposando i pensier tuoi; Ma qual poscia in Italia, almo paese, Fia sculto marmo a le tue chiare imprese?

Sigofredo di Magonza, in cuor suo non tranquillo, abbassa il capo, ed uscito, in quell'istante istesso riparte per l'Alemagna. Il camerario annunzia in seguito il principe Baccelardo. Santo padre « sclama Baccelardo entrando » santo padre, Salerno è presa dai Normanni. A questa notizia Gregorio percuote del pugno la tavola e grida: E tu, neghittoso, tu vieni a portarcene vergognosa novella?

Vostra beatitudine volle spedirmi in Germania prima dei legati onde in certo modo io preparassi loro la strada, e men bruschi facessi arrivare i decreti del concilio del Vaticano. Pur non avvenne così: io giunsi otto giorni dopo di loro. Otto giorni! sclama Gregorio! bisogna dire, ser cavaliere, che voi siate ben neghittoso, o traditore della santa Sede. l'uno l'altro, signore.

con sembiante neghittoso e lento I gran soccorsi rimirava Aletto, Mostro infernal, cui sol pena e tormento Di Rodi afflitta empiea di gaudio il petto: Volse il pensier per mille parti intento A sviarne il campion dal Cielo eletto, E quando ella il dispera, aspra s'ingegna Di far Rodi espugnar prima ch'ei vegna.

, santo padre, quel che mi avete dato pel servigio che vi resi a Montecassino, insultando il neghittoso papa Alessandro! I tempi che sperate però mi sembrano ancora lontani, se vero è pure ciò che ho udito della sorte dei vostri legati. Della sorte dei nostri legati! grida Gregorio stupefatto. E che sarebbe loro avvenuto di sinistro, cavaliere?

Allor per gran dolor quasi rabbioso: Celebino empio, ah rio Macon, dicea; Non Dio, ma se pur Dio, Dio neghittoso, Saziati appien di nostra angoscia rea; Il ferro intanto di ferir bramoso Verso la fronte al gran guerrier scendea Folgoreggiando; ma su l'elmo al fine Non resse in penetrar tempre divine. In mille scheggie se ne va qual vetro.