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Infatti, lasciata Alberada nella corte di Gisulfo, al campo ritorna immediatamente.

Tanto presto volete morire, Alberada? susurra Ildebrando con accento tristo e sospirando. Se la vita è un tribolo per voi, ricordatevi che ogni tribolo ha pure le sue rose, ogni notte le sue stelle. Ma mettiamo da banda ciò, e statemi bene ad udire, chè d'uopo ne avete assai. Sia. Tenetevi dunque lontano da me, e favellate.

« Dici tu vero, Roberto? gli dimanda di nuovo il barone pieno d'ansia, combattuto dalla gioia e dalla disperazione. « Vero, risponde colui, e ti giuro per quell'ostia che deve comunicarmi al punto di morte, che io amerò sempre e terrò felice Alberada. « Dio ci vede e ci ascolta, sclama il vecchio; Alberada sia tua. Sapete voi, baroni, come Guiscardo ha mantenuto tanto solenne giuramento?

Io non saprei propriamente dire di quale piglio l'iracondo e superbo principe Gisulfo accogliesse le dure proposizioni del duca Roberto. Basti sapere che mancò poco i legati, perocchè Alberada aveva seguìto l'abate, non avessero a patire di quei crudeli sgarbi che il priore di Lacedonia, a barba del dritto delle genti, usava fare ad oratori impertinenti e malaccetti. Fu loro salvaguardia la lettera che papa Gregorio a Gisulfo mandava, onde comandargli che ad accordi qualsiansi discendesse; da poichè egli dava sua parola che tutto avrebbe regolato in seguito con equit

Ma presto, in nome di Gesù! fuggi presto; potresti essere inseguito. Guiberto si getta al collo di Alberada, le d

Per Gesù, codeste tue parole mi fanno male al cuore, ed io non so se giungo a dominarmi. Ascoltami bene, Alberada, e rammenta che il papa con una mano rimesta in cielo, con l'altra stringe la terra nel pugno, e può scuoterla, riempirla di sangue, desolarla dove al suo volere non pieghi, e che chi il papa tradisce, muore della morte dei traditori dentro l'anno.

Dopo di che Alberada si tira il capperuccio fino agli occhi, ed entrano nella tenda. Trovarono Roberto attorniato dai suoi fedeli, da parecchi conti e baroni, da Sigelgaita e da Boemondo che avevano assistito alla medicazione della profonda ma non pericolosa piaga. Come il duca li vide, comprese subito di che si trattasse.

E voi siete prete e cardinale? Io sono uomo, Alberada; Dio mi fe' uomo. E questa imagine ostinata della donna mi veniva sempre avanti nelle meditazioni, m'isprava nelle preghiere, mi apriva il cielo, m'indorava di luce la vita, mi travagliava nei sogni. Questa figura trovai in te; e ti amai, e mi lasciai trascinare interiormente a quel precipizio come chi è preso dalla vertigine.

Voi pure mentite, priore di Lacedonia, al pari di quest'arcivescovo cotto come monna. Vi sfido a dimostrarmi che Alberada fu ripudiata per gelosia, ovvero a darmi ragione dell'insulto, qui, sul momento, con la spada o con la lancia, a piedi o a cavallo.

Ser abate, gli dice Alberada sotto voce all'orecchio, rammentatevi che siete per isvelare la confessione di un uomo terribile. E chi lo dimenticherebbe? risponde l'abate segnandosi della croce. Indi continua: Goccelino si avvide di quelle pratiche e qualche sospetto gli si andava insinuando nell'animo. Si era levato gi