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Fuor proruppi, e pugnai; ma, com'è vero Ch'asino or sono, io fui sconfitto e vinto; Morir tosto pensai, ma in tal pensiero Tremai, gelai, fui per cadere estinto; Quando rinvenni dal terror primiero, Qui mi trovai d'una vil turba cinto, Che gridava, insultando al mio dolore: Ritornar giuro o morto o vincitore!

La folla che settimane fa si accalcava per le vie di Parigi facendo, riverente e commossa, ala al passaggio del feretro di Alfonso Daudet, oggi irrompe furibonda per le stesse vie, insultando chi si è generosamente costituito cavaliere della giustizia e della libert

, santo padre, quel che mi avete dato pel servigio che vi resi a Montecassino, insultando il neghittoso papa Alessandro! I tempi che sperate però mi sembrano ancora lontani, se vero è pure ciò che ho udito della sorte dei vostri legati. Della sorte dei nostri legati! grida Gregorio stupefatto. E che sarebbe loro avvenuto di sinistro, cavaliere?

E gridando di dir delle gran cose, e promettendo de' volumi assai, ed insultando l'opre giudiziose de' colti, da lor detti «parolai», colle dissertazion stolte ampollose, senza dare un buon libro al mondo mai, sbalordendo fanciul, donne e merlotti. fûr per supposizione i matti dotti.

Da una parte crescevano i pii legati ed i voti; dall'altra, riflettono i contemporanei, non che farsi migliori alla terribile voce del castigo divino, vie peggio si pervertivano i costumi degli uomini, insultando al Dio che flagellava, godendo della vita che fuggiva, del disordine che regnava, degli averi che nei superstiti si accumulavano. Noi vorremmo raccomandare ai gran savii del nostro secolo di non permettere mai queste grandi sciagure naturali. In primo luogo, essi vantano l'onnipotenza dell'uomo, il poter suo nel domar la natura, un avvenire di godimenti quando esso avr

Ma prima di continuare non debbo tacere, ritornando a quanto concerne il Senato, che, partiti i senatori, il popolo entrò tumultuariamente nella sala del Corpo, nella segreteria e nelle altre stanze, tutto guastando, insultando il ritratto di Napoleone, stracciando e trasportando le carte e tutto distruggendo il mobiliare e le finestre e quanto vi si trovava.

Subito dopo essa fa introdotta nel salotto elegante, dove monsignore dava udienza ai supplicanti, insultando quasi col suo fasto alla loro miseria. Monsignor Pagni, vestito colla consueta ricercatezza, in sottana di seta paonazza, stava seduto, in atto di molle riposo, sopra un soffice seggiolone; all'aprirsi della porta si volse a guardare chi entrasse.