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La masnada frattanto si accostava con passo guardingo alle mura. Nessun rumore, nessun filo di luce, davano indizio di vigilanza nel castello. Don Giovanni di Trezzo incominciava a meravigliarsi della fortuna, che gli faceva guadagnare così agevolmente un premio di trecento scudi d'oro del sole, a lui promesso dal capitano generale se avesse condotta a buon fine l'impresa.

Poi si fissò attento a considerare la masnada dei Guelfi, e parendogli, com'era, troppo bella, domandava, che gente fosse: gli rispondevano: i fuorusciti di Firenze. «Or dove» è fama che soggiungesse «abbiamo l'aiuto di parte ghibellina, che noi con tante fatiche e tanto tesoro favorimmo in Italia?» E più sempre innamorandosi nella vista della masnada, che avanzava con ammirabile compostezza: «Veramente quella gente non può oggi perderevolendo significare, che qualora avesse egli vinto l'avrebbe tolta al suo soldo, e messa in istato.

Fattosi capo di masnada non diventò terribile nella campagna romana soltanto, ma con sottile ingegno insidiò e spense parecchie vite nella stessa Roma, in mezzo a guardie, e perfino nella sicurezza delle domestiche pareti.

Forte fu della persona, e destro in ogni maniera di esercizii maneschi, così che provocava sovente i suoi nemici con soprusi e dileggi: ma di questi, palesi ne aveva pochi; chè lo temevano assai, e a cimentarsi con lui ci pensavano due volte. Conduceva in ogni tempo al suo soldo una masnada di bravi; il cortile del suo palazzo offriva infame asilo ad ogni maniera di banditi.

Amore! che, come abbiamo veduto, lo fece precipitare sotto la lama omicida del guerriero alpigiano, e da capo supremo d'un esercito, ridotto a vile prigioniero ferito d'una masnada ch'egli detestava più della morte!

XX, p. 12. Con queste, altre dame con altre insegne. Poco prima dell’abolizione del S. Uffizio un Grande Inquisitore viaggiava per le campagne di Sciacca. A un tratto, nel feudo Verdura, una masnada di ladri sbuca da una macchia, lo assale ed è quasi per finirlo.

In una di quelle, più larga e più internata nel monte, si stava nascosta la masnada di que’ malandrini con alla testa il fiero Musone. Non era bastato ai due Governi del Pistoiese e del Bolognese l’aver fatto impiccare anni addietro sulla pubblica via un certo contrabbandiere de’ loro, chiamato Lupo, e altri di questi assassini⁷ . Quelle folte macchie eran proprio tane sicure per queste belve.

I’ dissi lui: «Quanto posso, ven preco; e se volete che con voi m’asseggia, faròl, se piace a costui che vo seco». «O figliuol», disse, «qual di questa greggia s’arresta punto, giace poi cent’ anni sanz’ arrostarsi quando ’l foco il feggia. Però va oltre: i’ ti verrò a’ panni; e poi rigiugnerò la mia masnada, che va piangendo i suoi etterni danni».

Che osi tu vantare? Che osi tu?... Quello che da qualche vado scoprendo sempre più mi addolora. Di quai sette vai parlando? stolto! credi che a forza di macchinare in segreto potrai render felice il suolo natío? passarono quei tenebrosi tempi, ed oggi saria vergogna l'appartenere a quella misteriosa setta; ciò farebbe altrettanto torto quanto far parte di una masnada di assassini. Si, e conosciuto ch'io ebbi le sette, le abborrii come micidiali, le reputai come inutili, non le stimai più degne di quel nome di liberatrici che si erano date. Forse a quell'epoca alcuni potevano crederle vantaggiose, ma il tempo ha svelato la verit

Giunti alla soglia della capanna, il condottiero, chiamato Beltramo, gli comandò averne cura, e lo pregò che per suo amore lo vegliasse; lo avrebbe ricompensato in appresso; intanto se l'ammalato si aggravava andasse a San Quirico, e dicesse all'Abbate, che messere Ghino mandava per lui, ch'egli sarebbe certamente venuto; finalmente rivoltosi alla masnada che lo aveva seguitato, parlò con voce solenne brevissimo discorso: «Siavi di esempio Drengotto; io perdono i colpevoli