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L'arte ha soggiogato la natura, ma con garbo e quasi per fargli piacere; la verdura, stagliata in larghe messe simmetriche, ma senz'ombra di tirannia, si armonizza coi monumenti disseminati a profusione da per tutto; lo stesso orizzonte, imprigionato tra quelle digradazioni sapienti, o sia perchè non offre linee spezzate alla vista, o sia perchè la grandezza dell'opera artistica è stata condotta a non parer da meno di quella della natura, si acconcia volentieri alla servitù, obbedisce senza sforzo, par libero.

Il guernire a gallon divenne gramo: fu moda lo scarlatto col ricamo. Sessantadue paladini il tal anno abbandonâr delle servite il fianco; parte per gelosia, chi per inganno, e chi perché il borsel gli venne manco. Mille famiglie l'altro ebbero il danno, pel lusso e pel puntare e pel far banco, pel far de' scrocci e prendere ad usura, di fallire e ridursi alla verdura».

77 Fan legare il gigante alla verdura Con un'altra catena molto grossa ad una quercia di molt'anni dura, che non si romper

Oh molto attentamente. .... come ebbe appreso ad elargir le grazie od a negarle, come seppe quale dovea promuover quale radiare quale rinnovellar fra creature che furon mie o trasformarle, avendo ambo le chiavi degli uffici e degli ufficiali, a intonare si compiacque tutto lo Stato in unica armonia cara agli orecchi suoi, ch'egli fu l'edera avvinta al principesco mio tronco dal qual suggeva ogni verdura.

L’è rivenuto il fior di primavera, L’è ritornata la verdura al prato. L’è ritornato chi prima non c’era, È ritornato lo mio innamorato! L’è ritornata la pianta col frutto; Quando c’è ’l vostro cuore, il mio c’è tutto. L’è ritornato il frutto con la rosa; Quando c’è il vostro core, il mio riposa.

Questo passammo come terra dura; per sette porte intrai con questi savi: giugnemmo in prato di fresca verdura. Genti v'eran con occhi tardi e gravi, di grande autorita` ne' lor sembianti: parlavan rado, con voci soavi. Traemmoci cosi` da l'un de' canti, in loco aperto, luminoso e alto, si` che veder si potien tutti quanti.

Qui orride balze nevose donde lo sguardo specola tutto intorno per lunga distesa di terre fino alla capitale lombarda; qui balze dove l’orizzonte si stringe e l’acque rinchiuse rumoreggiano, cercandosi stentatamente una via tra i massi; qui splendida verdura di pascoli e lunga sequela di fitte boscaglie, che vanno scendendo per varia vicenda di larici, quercie, faggi e castagni, fino alle regioni del salcio e del pioppo; dappertutto rigogliosa vegetazione, imperocchè il benefico sole non dimentica alcuna parte della terra italiana.

La pioggia cessa. La quiete è senza mutamento. Laggiù, lavato, il lembo dell’estremo crepuscolo vérdica lungh’esse le cieche pareti di verdura perenne. Ma l’aria della stanza sembra come agitata da quella evocazione spirituale. Giana si sofferma, e di sùbito si volge come per assalire. Giana. Temete la notte?

La loro casa, poco lontana dalla stazione, era una casetta con un balcone grande, coperto da un pergolato di vite, che circondava tutto il muro del cortile; era molto semplice, quadrata, bianca, colle persiane verdi, e d'aspetto ridente. Davanti c'era qualche vaso di fiori e dai lati la verdura che Maria avea fatto piantare e che essa fu piacevolmente sorpresa di trovare molto cresciuta.

Di lassù, a perdita d'occhio, la campagna appariva un vasto oceano di verdura. I monti lontani, velati da vapori azzurrognoli, ergevano le cime indorate dal sole che emergeva dalle nuvole come da un letto di freschissime rose.