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E comeché Ravenna giá quasi tutta del prezioso sangue di molti martiri si bagnasse, e oggi con reverenzia servi le loro reliquie, e similemente i corpi di molti magnifici imperadori e d'altri uomini chiarissimi e per antichi avoli e per opere virtuose, ella non si rallegra poco d'esserle stato da Dio, oltre a l'altre sue dote, conceduto d'essere perpetua guardiana di cosí fatto tesoro, come è il corpo di colui, le cui opere tengono in ammirazione tutto il mondo, e del quale tu non ti se' saputa far degna.

LARDONE. Le leggi dell'onore son fatte per i cavalieri e prencepi, re e imperatori, e appena se ne curano; perché vuoi curartene tu? PEDANTE. Chi son questi reggi e imperadori? LARDONE. La regina Didone, come ho inteso da voi leggere a' scolari.

Che più deggio narrarti? immensa istoria Faransi al mondo i costui fatti egregi, per gli anni remoti unqua memoria Fia, che pensando con stupor nol pregi; Indarno a segno di cotanta gloria Dispiegheranno Imperadori e Regi O carchi d'arme, o disarmati il volo; E scoppier

E di che non mormorano essiinterruppe Luchino. Non udite come continui suonino i loro lamenti? Mormorano di quei gloriosi imperadori romani; mormorarono contro il gran padre mio; mormoreranno di me. Perchè dunque piuttosto non vi diffondete tra cotesti, intolleranti di ogni autorit

E per questo dicon cosí: questo veltro, cioè colui che prima dee dimostrare gli effetti di questa costellazione, nascerá in Tartaria, tra feltro e feltro, cioè regnante alcuno di questi imperadori, il quale regna tra 'l feltro adoperato nella morte del suo predecessore e quello che si dee in lui nella sua morte adoperare.

Ma sotto Arcadia ed Onorio imperadori vediamo che, per legge da loro emanata e registrata nel Codice, libro X, titolo ultimo, fu ragguagliata la libbra d'argento per 5 soldi d'oro. «Iubemus dice quella legge, ut pro argenti summa, quam quis thesauris nostris fuerit illaturus, inferendi auri accipiat facultatem, ita ut pro singulis libris argenti quinque solidos inferat». E perché la libbra pesava 72 soldi per la legge 5, Codice, titolo De susceptoribus del libro X, chiaro consta che 5 soldi d'oro valevano 72 d'argento, che è lo stesso che uno d'oro per 14-2/5 d'argento, ed è quasi la proporzione moderna.

Lo stesso ripiego fu praticato di nuovo da' romani nella dittatura di Fabio Massimo, che ridusse gli assi al peso di un'oncia, onde raddoppiarono di nuovo i romani la valuta; e non molto dipoi per la legge Papiria furono battuti di mezz'oncia, e successivamente pare credibile che a poco a poco, ad arbitrio di chi battere li faceva, abbiano mutato peso: mentre non si trovano giá, ch'io sappia, di quegli assi d'una libbra e di due, che piú anticamente usarono; ma molti, massimamente a tempo de' primi imperadori, che solo un quarto d'oncia, anzi un sesto pesano a fatica.

Del resto, Rodolfo fu forse il migliore che s'avesse mai. E tutta questa germanica politica di casa d'Austria, ei la fondò e tramandò cosí bene, che rimase piú o meno quella di tutti i discendenti di lui, imperadori o non imperadori, per due secoli, fino a Massimiliano e Carlo V. Cosí questi non l'avesser lasciata, per tornare a quella delle due case ghibelline di Franconia e di Svevia!