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O divina, divina Pomona! alma figlia di Demeter, la terra, io ti amo tanto dippiù della infida Flora; tu sei buona, forte e robusta e ricerchi i raggi passionati del sole; tu sei rigogliosa ed oltre ai frutti hai le foglie larghe, brune, vellutate e ti amavano anche il vecchio e giocondo Anacreonte, il sorridente e grave Virgilio, e Orazio e Catullo ed i cento poeti greci e romani che si coronavano, è vero, di rose, ma te cantavano sulla mensa accanto alle snelle anfore del Falerno.

Se ora vi dicessi francamente che mai non ho potuto reggere alla lettura di una intera ode di Pindaro; che le veneri di Anacreonte mi parvero il più delle volte scipite; come potrete voi perdonarmi di avere, a dispetto dei moderni poeti, simulato una quasi-adorazione per uno stucchevole ineggiatore di circensi, per un elegante ma monotono cantore di Batilli?

Ho preso Orazio in compagnia; Orazio, per far la corte a te, che me lo hai citato; nella edizione civettuola del Murray, per far piacere a me, che amo tanto veder belli i libri buoni. Quel caro Orazio è il più vario di tutti i poeti del mondo: ha tutte le corde della lira; c'è Pindaro, in lui, ed Anacreonte, Saffo, Simonide, Alceo, e chi sa quanti altri smarriti della greca antichit

E davvero, a volere stramazzare quegli atleti, basterebbe, a modo d'esempio, instituire, come noi lo possiamo far bene e non essi, un paragone analitico tra Anacreonte e Tibullo da una parte, e 'l Petrarca dall'altra, e dimostrare come i patimenti dei due primi innamorati siano gli stessi stessissimi patimenti che travagliavano l'animo al Petrarca.

Alla musica nascosta e soffice che non cessava di suonare, si aggiunse adesso una voce vellutata ed artisticamente velata, che respirava piuttosto che non cantava una strofa di Anacreonte, tradotta da Alfredo di Musset.

Anacrëonte, cantor dei fervidi Baci e degli inni nati fra i calici E delle porporine Rose allacciate al crine. Sedea pensoso, stringendo l'abile Stil nella destra, la intatta tavola Sulle gambe giacente Guardando avidamente. Un sacerdote dall'occhio linceo Di l

"Ahimè!... Un profumo mi niegano i fiori "E la Musa un esametro!" Sovra il suo ciglio brillò una lagrima; Scosso era il labbro da un lieve tremito; E la spaziosa fronte Chinava Anacrëonte. Allor dei vate battè sull'omero Il sacerdote, la cerea tavola Colla destra additando, E disse sogghignando: "Pazzi e pöeti sono sinonimi!

Prefazione ai miei versi La Forma e l'Idea Noia letteraria Letteratura disonesta Veritas, Vanitas! Le demolizioni In morte di Emilio Praga Anacreonte Evo Medio Il secolo di Pericle A Taide La notte di san Silvestro La Senavra In alto Circolo A Fulvio Fulgonio La chiesetta dei morti A una donna intelligente Il dei morti Per il santo Natale Coraggio! Ditirambo Per una suicida Quando?

«Il poeta Anacreonte

"Anacrëonte dai versi söavi "Non t'è propizia la Diva dei savi!" "Dir