United States or Morocco ? Vote for the TOP Country of the Week !


E gli occhi di Fulvio, di un tetro azzurro, lampeggiarono di passione. Ella restava innanzi a lui, senza mostrare alcun turbamento, sorridendo ancora, tutta rossa, con le belle braccia bianche e prosciolte sotto il merletto nero delle maniche.

Ora tutti complimentavano la signorina Sofia che aveva cantato così bene les adieux de l'hôtesse arabe: e la gracile fanciulla, tutta malinconia, sorrideva modestamente. Vi piace Bizet? chiese Sofia a Fulvio, che si era accostato al resto della brigata. Bizet? fece lui come trasognato. : vi domandavo se vi piace. Assai mormorò lui, distratto.

Prefazione ai miei versi La Forma e l'Idea Noia letteraria Letteratura disonesta Veritas, Vanitas! Le demolizioni In morte di Emilio Praga Anacreonte Evo Medio Il secolo di Pericle A Taide La notte di san Silvestro La Senavra In alto Circolo A Fulvio Fulgonio La chiesetta dei morti A una donna intelligente Il dei morti Per il santo Natale Coraggio! Ditirambo Per una suicida Quando?

E le prese la mano, risolutamente, per portarla via. No disse lei. Venite via. No. Perchè? Perchè non vi amo. O Paola, o Paola, non parlate così proruppe Fulvio, con voce di pianto. Come volete che io parli? Tacete piuttosto. Il suono della vostra voce, così dolce e così fredda, mi fa disperare. Tacete, ve ne prego. Ella tacque.

Una voce alle sue spalle le aveva detto: Paola, tu ami Fulvio. Ella rispose al marito: . E le due disperazioni si guardarono in faccia. L'uomo di cui leggete il nome nome poetico e predestinato qui sopra, era uno scrittore di novelle e di romanzi. Aveva trent'anni, era basso, robusto, tarchiato, la fronte breve, gli occhi neri e lividi, le guancie rosse, le labbra grosse e sensuali.

Paola crollò lievemente il capo, come si fa per un malato incurabile, e si allontanò da Fulvio. La brigata si aggruppava attorno al pianoforte, dove un maestro giovane, pallido, con un grosso ciuffo di capelli neri sulla fronte, accompagnava il canto di una fanciulla gracile, biancovestita, con un filo di voce simpatica, che cantava una romanza di Bizet.

Sul merletto nero e sulle bianche braccia scintillavano i braccialetti gemmati: erano ricaduti sui polsi, ella si occupò a risollevarsi verso il gomito, con molta cura, giocherellando con le catenine d'oro, coi cerchiolini sottilissimi. Irritato, Fulvio batteva col cucchiaino sul piattello del gelato: Andatevene mormorò a un tratto, soffocando di collera siete una donna odiosa, io vi detesto.

Le imposte del balcone che davano sul terrazzo si schiusero pianissimamente e un'ombra bianca, lieve lieve, scivolò sino a Fulvio che aspettava da tre ore. Grazie disse lui, cercando vedere il volto di Paola, all'oscuro. Noi siamo in fiero pericolo di morte rispose lei, con molta dolcezza. Lo so e chinò il capo. Egli non parlava.

Ma no, le gite con la luna sono volgari, non si ha paura di nulla, ci si vede troppo chiaro: è meglio andare nella notte, come la barchetta degli amanti. Questo dicevano le signore: i signori proponevano di portare la cena. Sulla soglia della porta, verso il terrazzo, Paola disse a Fulvio, da lontano: Siete anche voi della gita? No, no, sentite... disse lui, con voce soffocata.

Subito, immergendosi nell'acqua marina, la fiaccola sanguigna si spense, il mandolino tacque, la barchetta vogò nella tenebra e nel silenzio. Troppa superbia, o innamorati! strillò il marito di Paola. Beati, loro disse Fulvio, Perchè li invidii? chiese il maestro di musica. Napoli ha le sue spiagge piene di barchette e le sue case piene di vestiti bianchi.