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Che angustian l'anima di quei che vivono! E sulle spiagge dei vasti océani Singhiozzo e vagolo, fremo ed impreco Al Fato bieco Che in quest'assidua vita, pulviscolo Gramo, mi esagita; che in questo circolo Triste m'avvinghia dell'esistenza; Vana parvenza, Il Vespro è l'íncubo della mia splendida Musa, che inebbriasi di ardenti cantici Allor che in candide nebbiose bende L'alba risplende;

E le spiagge lunghissime e distanti, E le molli e le ripide pendici Mostravan con moltiplici sembianti I lor tugurii poveri e felici, E i campanili de' tempietti santi, Ove gi

Ma dalla sua presenza in quelle latitudini si poteva, a sentire i marinai di Moguer, grandi pescatori nel cospetto di Dio, cavare un eccellente pronostico di spiagge vicine. Essi infatti sostenevano che di granchi, a ottanta leghe da terra, non se ne ritrovano più.

Non era una corvée che imponevo ai nervi della mia amica, li mandavo anzi in licenza sulle spiagge d'un gran mare di volutt

Poichè sono il mendicante insaziato che cammina verso il tepore dei seni, verso il languor delle labbra, l'implacabil mendicante che va lungo le spiagge, rubando amore e baci per nutrirne il suo Sogno!...

E lo spavento mi premeva la gola quando il mio braccio cingeva la sua snella ed aerea figura che ad ogni passo sembrava volesse involarsi con un agile e languido volo di tortorella, verso le nubi dalle spiagge d'oro!....

Anche in Milano negli ultimi tempi era diventato difficile il vivere in pace: non si voltava un cantone, che un Catalano o un Lanzinecco non vi fosse addosso per rubarvi il berretto o la cappa; ma pazienza, la pelle almeno era salva: qui all'incontro vi sono soldati sulle spiagge, soldati nei castelli, artiglierie per le montagne, barche armate sul lago, insomma se non t'ammazza l'uno, t'ammazza l'altro: e il peggio si è poi, che se per isventura dai loro nelle mani, t'aggiustano come un martire del Calendario.

! Lo sento, lo sento... Abissi profondi s'immensificano fra i nostri cuori insaziati!... E ben so, immenso Mare, che i tuoi flutti turchini dalle braccia tese, stillanti di pietre preziose, sorridono lungi da me, all'altro polo, con occhi pieni di gioie ben più allucinanti!... So che tu scorri con più dolce abbandono e più profumi sparsi, sgranando le tue perle rosee, su spiagge liete che una gran Sera divina tutte bagna di felicit

Ed in quali fresche montagne o belle spiagge d'Italia questi favoriti della fortuna non ebbero le loro ville! Di quali monumenti deve avere allora brillato questa spiaggia, a giudicare dai frammenti, che, quasi testimoni storici, sono da secoli e secoli gettati sulla spiaggia!

Certe sere, laggiù nell'Africa strega, ci conducevan sulle tue spiagge cupe e deserte, triste gregge di collegiali che docile e lento si trascinava, vigilato da preti neri e severi... Eravam piccole macchie d'inchiostro sulle immateriali sete di un divin cielo orïentale