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I circostanti si facevano illusione sulla vita di Marzia, e tutti contavano sulla giovinezza e sul coraggio di lei. Meno la giacente. Essa, sentiva vicina la mano della morte, e non s'illudeva.

Rosina si affaccendava con tutto zelo intorno al signor Marone, il quale non cessava di lamentarsi come un uomo alla tortura, e la non mostrò neppure d'aver visto lo speziale che era entrato chetamente in coda agli altri. Il giacente, appena scorse il medico, tese verso di lui le braccia ed esclamò quasi piangendo: Ah, mio caro dottore, mi salvi lei... Sono un uomo rovinato... Oimè! oimè!

Io v'amo, o pompe! ed amo Pur la più mesta; quella in cui giacente Nel fèretro seguiamo Il simil nostro, che di nobil ente Sulla terra mutossi In carne data a' vermi e in poveri ossi. Oh commovente gara Il congregarsi ad onorar per via La sventurata bara! L'alzare ancora in fùnebre armonia Un voto pel fratello, Di cui le spoglie inghiottir dee l'avello.

Il generale si buttò nelle braccia di Maurizio, mescolando lagrime e ringraziamenti. Maurizio, a tutta prima confuso, accolse in silenzio quella dimostrazione affettuosa, che sentiva di meritar così poco. Ben presto la loro attenzione fu rivolta alla povera giacente. Le gocce dello spiritoso liquore l'avevano rianimata un tratto. Ma il respiro era quasi impercettibile, e si sentivano appena i battiti del cuore. Raccomandato a Biancolina di strofinar lei le braccia e il seno dell'inferma, il dottore aveva messo mano ad altri apparecchi, per farle alcune iniezioni ipodermiche di etere e di liquore anisato di ammonio. Era di una operosit

Anacrëonte, cantor dei fervidi Baci e degli inni nati fra i calici E delle porporine Rose allacciate al crine. Sedea pensoso, stringendo l'abile Stil nella destra, la intatta tavola Sulle gambe giacente Guardando avidamente. Un sacerdote dall'occhio linceo Di l

Via!... via colei! balbettò la misera. Non mi ha ancora fatto male abbastanza? Marianna si ritrasse vivamente indietro, facendosi nascondere dalle cortine alla vista della giacente, e intanto susurrò alla monaca: Il solito delirio... Non riconosce più le persone a cui essa era affezionata. La monaca non disse nulla.

I due cognati arrivarono correndo alla villetta e furono di balzo nella camera di Matilde. Alla voce del marito che la chiamava, la giacente si riscosse, aprì gli occhî, la luce dell'intelligenza tornò a brillare in essi; ed esclamando con immenso affetto: Ah! mio Alberto, mio Alberto! essa gli gettò le braccia al collo e ruppe in un pianto dirotto da cui ebbe subito grandissimo sollievo.

Desiderosi oltremodo di salutare il decano dei poeti allora viventi, Vincenzo Monti, n'andammo a Monza col Papadopoli. Trovammo il povero vecchio adagiato, o, per dir meglio, giacente in un seggiolone. Teneva gli occhiali inforcati sul naso, e leggicchiava non so qual commedia di Goldoni.

Sono morto.... balbettò il capraio, e restò inerte. Egli s'allontanò bestemmiando, e voltandosi spesso a urlar minacce ed ingiurie al giacente. Ma l'istessa sera il capraio, con la testa fasciata, tutto livido e pesto, si portò all'Uliveto come meglio potè, e domandò del su Menico, il fratello campiere di Peppe. M'hanno detto che tu cerchi di me. Gnor , su Menico. Che vuoi? Devo parlarvi.

Beatrice solleva la spada insanguinata, e, puntatala contro il petto di Francesco Cènci, con espressione impossibile a riferirsi dice: Padre... non ti accostare... Scellerata! Da parte; dico, e si provava di arrivare il giacente. Beatrice con voce tremendamente pacata ripetè: Padre, non ti accostare!