United States or South Africa ? Vote for the TOP Country of the Week !


Gisella andò a vedere il figliuoletto di Biancolina, ma dopo aver pranzato, senza pericolo d'imbattersi nel signor di Vaussana. Maurizio la vide ritornare alla Balma, mezz'ora dopo ch'egli era giunto lassù. Rimase male, vedendo che Gisella aveva cercato di evitare la sua compagnia.

Lasciateli fare, lasciateli fare, Biancolina. Io amo i bambini. A te piccina; quale delle tue bambole mi vuoi dare in moglie? La bambina rise, come una mamma che avesse due figliuole da collocare. Ma era una mamma di sei anni, e non aveva nessuna idea delle convenienze; e ridendo offerse tutt'e due le figliuole.

È ben fresca, questa bambola! disse Maurizio, per dar sulla voce a Biancolina, che voleva ringraziare. Pare comperata ieri. Infatti, l'ha portata ieri a Rosina la buona fata della Balma, insieme con le pallottoline per Vittorio. Voi la vedrete fra poco, la buona fata, l'angelo di questa casa. Maurizio guardò l'orologio. Erano appena le otto, ed egli respirò.

Seduto accanto alla tavola di cucina, Maurizio si divertì ad ordinare in varie forme parecchi tasselli di quell'alfabeto infantile. Cominciò col nome di Biancolina, e finì con quello di Gisella, tenendo desta l'attenzione dei ragazzi, e ammirando la prontezza con cui sillabava la piccola Rosina. Così nessuno si avvide della contessa Gisella, quando ella apparve sull'aia; e la bella signora, capitando improvvisamente l

Due minuti dopo ritornava con la faccia umida, ma, a Dio piacendo, abbastanza pulita. Va bene, così; la faccia ha da esser sempre netta e tersa come uno specchio, mi capite? riprese la signora, mescolando gli ammonimenti alle lodi. Prendete esempio dalla vostra sorellina, che è sempre così linda. Ah, non tanto, signora, non tanto! esclamò Biancolina.

Ah, la buona menagère! esclamò Biancolina. Peccato che non ne abbiate dei vostri. Che! non è forse meglio così? rispose Gisella. Per amare i bambini non è necessario averne dei proprii, ed ogni opinione contraria non muove che da un inavvertito sentimento di egoismo. Io li amo, perchè son creature innocenti, e non perchè mi debbano appartenere.

Non era quasi da domandarne; si vedeva la guarigione avviata. Biancolina era tuttavia un po' debole; della qual cosa si tormentava, pensando che il suo uomo era costretto a far lui tante cose che prima erano fatte da lei, come ad esempio mungere il latte e portarlo in paese.

Quando giunse, trovò Gisella ancora mezzo vestita, distesa sul letto di Biancolina, e il medico di San Giorgio al suo capezzale. La povera bella era inerte, con le braccia abbandonate sul lenzuolo, gli occhi semichiusi, cerea nel volto, come una morta. Che cosa è stato? gridò il generale, cacciandosi avanti a guardare, poi rivolgendosi con gli occhi stralunati verso il dottore.

Ah, la povera Biancolina? Febbre, signor Maurizio, gran febbre, e complicata di miseria. Le disgrazie piovono addosso ai Feraudi con un accanimento strano. Son gi

Poco stante, salutata la Biancolina e accarezzati i bambini, si avviò con Gisella verso il balzo dell'Aiga; la stessa strada per cui era venuto. Andarono per un tratto in silenzio. Gisella, passava di l