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Aggiornato: 23 giugno 2025
Qualcuno mi voleva rincorare, mi diceva che la signora si riavrebbe; altri veniva a guardare e si allontanava tacendo. Quando fu annunciato l'arrivo del medico vidi due signori stringersi nelle spalle. Il medico entrò, si accostò alla giacente, la guardò in viso; un silenzio mortale si fece nella sala. Io guardavo lui, trattenendo il respiro.
Io mi sento tutto altro che sanato; il bisogno di prendere un poco d'aria pura, il fastidio insopportabile di tenermi giacente in camera mi ha spinto a perigliarmi fino qua. Marzio porgimi il braccio, tanto che io possa un po' riconfortarmi qui allo aperto. Marzio gli diè braccio; sicchè a vederli parevano i più amorevoli padrone, e servo, che da un pezzo in qua avessero rallegrato il mondo.
Allora il guercio, dopo d'avere ricambiato un'occhiata col sacerdote, prese la lanterna, e Mamola dispose che tre banditi andassero con lui. Ben presto fu un rumore di passi precipitosi, di mobili scassati, di stoviglie rotte.... frugavano da per tutto, buttando all'aria ogni cosa. Intanto il prete e Mamola s'avvicinavano a donna Costanza ancora giacente in terra.
In quel mentre il brigadiere era andato a prendere il delegato, e il pretore, e s'erano avviati alla montagna, sotto alla Rupe Rossa. Trovarono Peppe giacente sconciamente tra sassi, tutto rotto ed insanguinato. Il povero Bellomo aveva la bocca storta, gli occhi appannati; pareva che guardasse di sottecchi con un sogghigno sinistro.
Appena entrato col notaio, Grisostomo andò innanzi, e s'avvicinò sollecito alla giacente dalla parte del letto verso la parete. Il notaio è qui finalmente: diss'egli. Non s'udì risposta alcuna dell'ammalata.
Il villano, giacente accanto la porta, in meno che si dice amen è balzato su ritto; e, sviluppatosi dal tabarro, d
Il medico esaminò il povero giacente, gli applicò un orecchio sul petto, e rimase quasi un minuto oscultando; quando si rizzò, il suo volto non esprimeva nulla di consolante. Strinse forte il torace del paziente, lo scosse ripetutamente, poi oscultò di nuovo. Nella camera regnava un silenzio solenne. Tutti gli occhi erano fissi sul medico.
»Il mio patrigno era un cocchiere e teneva vettura d'affitto. Non occorre dire che appena mi sentii capace di guidare un veicolo, egli stesso m'imbarcava sopra il sedile, se no eran staffilate peggio dei cavalli. Colla differenza ch'egli non stimava abbastanza il progresso delle mie membra, dovuto alla mia forte costituzione, all'esercizio quasi continuo in cui vivevo, e finalmente alla buona cena con cui mi trattavo nelle osterie della via, sempre propense a favorire i cocchieri, colla speranza d'aver viaggiatori. Una sera, secondo il suo solito, dopo d'aver bevuto oltremodo, egli cominciò a maltrattare mia madre, pria con parole, e poi con schiaffi e pugni. Avevo quindici anni e questo pugnale, acquistato nei miei viaggi, mi batteva la cintola, come se vi avessi un cilicio; i miei occhi s'intorbidirono, e non vedevo che sangue. Avevo la sinistra al colletto del malvivente inclinato sulla giacente mia madre, la punta del mio ferro gi
Gridò all'accorr'uomo, ma nessuno venne ad ajutarlo, onde egli, trascinato, come potè, il giacente fino al sof
Il cortiletto in cui entriamo, seguendo il giro dell'antico colonnato, ha l'aria tranquilla, rassegnata direi, di un passato che è scorso in pace, e in pace sopporta l'obblìo; due o tre archi: quattro finestre; due gelsi; dei rottami; un portico. E qui facciamo una sosta. C'è una tomba. Il coperchio ha scolpita, giacente nell'ultimo sonno, una donna di mezza et
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