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P... stesso, assuefatto a vedere mucchi di cadaveri e di feriti, non aveva potuto trattenere il pianto, a tanta sventura d'una fanciulla ch'egli idolatrava. E se, dicea, A te fur care le mie chiome, e il viso, E le dolci vigilie, e non consente Premio miglior la volont

Dico che questi dilecti figliuoli, e' quali sonno gionti a perfectissimo stato con perseveranzia, con vigilie, umili e continue orazioni, mi dimostrano che in veritá amino me e che essi hanno bene studiato, seguitando questa sancta doctrina della mia Veritá, con loro pena e fadiga che portano per la salute del proximo loro, perché altro mezzo non hanno trovato, in cui dimostrare l'amore che hanno a me, che questo.

FILOCRATE. Vivace Amor, che negli affanni cresci, che dolci lacci e quai catene d'oro son quelle con che i tuoi suggetti alleghi? con quai fiamme gli accendi? e di quai pene dolcemente gli affliggi? e con quai punte gli sproni e muovi? e come, in mezzo al corso, gli affreni e stringi? Quel non sente affanni, doglie, travagli, vigilie o fatiche che a te non serve.

fu dalla intenzione l'effetto lontano, percioché, non curando caldi freddi, vigilie digiuni, alcun altro corporale disagio, con assiduo studio pervenne a conoscere della divina essenzia e dell'altre separate intelligenzie quello che per umano ingegno qui se ne può comprendere.

Siamo alla sera del 31 ottobre 1798, e deve andare in iscena la nuova opera buffa: Il Cartesiano fanatico del Tritto con la Nicodemi, prima donna. Il cartello della Piazza Vigliena annunzia il cominciamento ad un’ora di notte, consueta dell’opera. A quell’ora appunto il teatro ha principio. Il colto pubblico di dame e cavalieri manifesta il suo mal’animo verso la Nicodemi, e protesta che non vuol saperne, altro che per udire o riudire la Semiramide⁷⁵. Al Capitan Giustiziere, Principe Carlo Gir. Castello, non par vero di cogliere la palla al balzo: e manda in carcere il messo ed il palchettiere. Ma come c’entrano questi disgraziati? chiede la Marchesa di S.a Lucia al Vicerè; ed il Capitan Giustiziere, che ha commesso un vero abuso di potere, posto tra l’uscio ed il muro, mendica per giustificarsi i più futili argomenti, e nasconde l’avversione al teatro di piazza S.a Caterina con questa magrissima scusa: A rispetto del digiuno, nelle vigilie, di estate si suole aprire il teatro a un’ora di notte; ma d’inverno non è così: le sere, le notti son lunghe, ed il pubblico non vuol esser congedato dal teatro presto. «Il moto che nelle vie cagiona il ritorno della gente dal teatro, tien desti i cittadini e rompe molti disegni nella citt

Povero d'ogni ben, fuor di sostegno, Specchio a gli afflitti io menerò l'etate, Ed in odio di me, finchè non vegno A presentarmi a' rai di tua beltate; Ma se non dassi dal superno regno Per un misero cor bando a pietate, Deh! scendi a consolar col tuo sereno Se non le mie vigilie, i sonni almeno.

Guido piegò la testa, e baciò la manetta di ferro che serrava il polso destro di Beatrice; vide l'anello di oro ch'egli le aveva mandato per mezzo del Farinaccio, e sospirò una parola, che Beatrice o non intese, o non curò. Il frate intanto acconcia il cappuccio sul capo a Guido, e ricingendolo col braccio a mezza vita lo trae verso la porta. Il frate disse ai sospettosi custodi che il suo compagno, estenuato dalle vigilie, non aveva potuto reggere al desolante spettacolo, e lo commise alla carit

E, postasi quivi a sedere, non prima si leverá che, esaminati i pensieri del marito, lui di piacevolissima considerazione in noiosa turbazione avrá recato. Che dirò dell'odio ch'elle portano a' libri, qualora alcuno ne veggiono aprire? che delle notturne vigilie, non solamente utili, ma opportune agli studianti? Tutto a' suoi diletti quel tempo esser tolto, lagrimando, confermano.

Quando il martello di amor lavora, batte e cava piú scudi d'ogni martello. FILACE. Che dirò a quel genovese della Macrina? MANGONE. Daglila per quel prezzo che vuole: mangia per diece e sta piú magra d'una gatta che mangia lucertole. Ogniun che la vede cosí asciutta stima che in casa mia non si mangi se non biscotto e vi si digiunino tutte le vigilie.

13 Dentro a Biserta i sacerdoti santi supplicando col populo dolente, battonsi il petto, e con dirotti pianti chiamano il lor Macon che nulla sente. Quante vigilie, quante offerte, quanti doni promessi son privatamente! quanto in publico templi, statue, altari, memoria eterna de' lor casi amari! 14 E poi che dal Cadì fu benedetto, prese il populo l'arme, e tornò al muro.