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Aggiornato: 20 giugno 2025
E in fretta, slacciatosi il grembialone di tela bigia che aveva dinanzi, staccò da un chiodo un altro grembiale bianco di bucato, che si legò alla vita; si diè una sciacquatina alle mani in una catinella, poi soggiunse tutta sorridente: Ed ora appena il professore esce dal suo studio metterò in tavola.
Essere disgraziati è da tutti; non abbiosciarsi, saper sopportare con rassegnazione, pentirsi e riparare, è da pochi; è da buoni e forti! susurrò. Il pensiero le corse a Teresa, la sorella del povero Cecchino. La vide in convento, sorridente sotto la cuffia nera che le nascondeva i capelli d'oro, pietosa con gli infermi che avevano bisogno delle sue cure, lieta nell'idea di Dio.
Lásciati amare; lasciami esser felice. Ah, ecco! diss'ella. Non è più Talavera, che fa il matto. No, cara, son io, io, proprio io, che ho voglia di saltare e di cantare, tanti sono i grilli che ho in corpo. Sorridente, amorosa, Fior d'oro lo accompagnò nelle sue stanze, dov'egli si tolse di dosso la polvere. Ed ora, ripigliò la contessa, ragioniamo un pochino, se è possibile. Vai?
Subito s'udì l'acuto e insistente abbaiare del cane; rapidi passi nel corridoio e la porta fu aperta dalla sorridente Elisabeth. Ed ecco Fräulein tutta esclamazioni e domande, ed ecco ecco Anne-Marie chiusa nelle materne braccia!
Ora che ha tutto detto, gli par di sentirsi alleggerito; si dimentica quasi, ripiglia le mille fantasie della notte, rallegrate dai trilli delle rondini inquiete e dalla splendida luce del mattino; gli par di non essere mai stato colpevole di nulla, e sia la propria angoscia un brutto sogno della notte, ed egli si trovi in faccia a quella natura sorridente, a quel leggiadro volto amoroso, a quegli occhi fascinatori, attratto da un sentimento nuovo che è una festa, una luce; tutte le potenze dell'anima dimentica bisbigliano una parola, la stessa che gli ripetono i passeri ciarlieri e i tremoli riflessi delle rugiade ed i soffi tiepidi della brezza: «Amala!»
Meglio, meglio così! esclamò all'ultimo Bedini, convinto che il suo amico non gli avrebbe fatto fare una parte ridicola quantunque si trattasse di commedia. E il giorno dopo, verso le cinque, si presentava alla signora Nerucci lieto e sorridente, sicuro di apportarle una bella e inattesa notizia.
Oh! tu felice, esclamò, tu non conosci che l'azzurro dei cieli ed il raggio benefico del sole; la natura sorridente ti accoglie dovunque, e tu dovunque sorridi col tuo canto celeste. Anch'io una volta i miei giorni passava nel gaudio; ora quella gioia innocente esiliò per sempre dal mio cuore; esso ha perduto la sua pace, la sua tranquillit
"Dunque queste parole non si attaccano, a voi," disse il Re, guardando con la bocca sorridente tutt'intorno al Tribunale. E vi fu gran silenzio. "È un bisticcio!" soggiunse il Re, con voce irata, e tutti allora risero. "Che i giurati ponderino il loro verdetto," ripetè il Re, forse per la ventesima volta in quel giorno. "No, no!" disse la Regina. "Prima la sentenza poi il verdetto."
Per tutto il tempo che il Generale si trattenne a San Dalmazio traspariva dai suoi atti una tale sicurezza, come se i pericoli non esistessero intorno a lui. Si alzava alle 6 della mattina, dormiva tranquillamente, mangiava, come al suo solito, parcamente, era calmo, spesso sorridente col suo ospite che procurava con ogni modo di mostrargli il suo rispetto e il suo amore. Prediligeva trattenersi nella terrazza attigua al salotto, e che guarda la vallata deserta. Ivi stava fumando e leggendo per molte ore i libri messi a sua disposizione dal Serafini, e più degli altri la vita di Vittorio Alfieri. Così passava tutto il tempo che non si intratteneva a parlare coll'ospite suo. Il capitano Leggero poi si aggirava continuamente per tutte le stanze della casa, escluse quelle praticate dai domestici del Serafini, quasi fosse insofferente di quella prigionia, e accorreva pronto ad ogni minimo desiderio dal suo Generale. Nei ragionamenti che faceva il Garibaldi col Serafini entravano spesso le speranze sulla liberazione della patria, ed anzi riconoscendo nel suo interlocutore un entusiasta partigiano di libert
Lo spirito è una gran disgrazia, per una donna ella sentenziò, con una di quelle tetraggini improvvise che le oscuravano la sorridente faccia. Perchè, signora? E un dono affascinante, un dono conquistatore.... Per conquistare che? I cuori degli uomini. Bella conquista! Non l'apprezzate più? No, Serra ella disse, profondamente. Egli la guardò, ma senza stupore. Si vedeva che non le credeva.
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