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Stromboli, faro del Faro colle sue eruzioni eterne, visibile alla distanza di sessanta miglia, che stupisce d'ammirazione, di rispetto e di gratitudine il navigante battuto dalle tempeste, e che può alla sua vista cercar con sicurezza un rifugio, fuggendo alle terribili divoranti scogliere di Scilla.

Londra! la patria del padre di Nancy Londra, vicina all'Hertfordshire, dove Nancy aveva passato i primi otto anni della sua vita! A bordo dell'agitato battello sulla Manica, Nancy additò alla sua bambina le bianche scogliere britanniche. Guarda piccola mia, e la sua voce era tremante e intenerita, quella è l'Inghilterra! Lo so, disse Anne-Marie. Devi amare l'Inghilterra, disse Nancy.

Si trattava d'oro, infatti; oro a mucchi, in pagliuole ed in polvere, da tuffarci dentro le braccia fin sopra il gomito; oro ad ogni piè sospinto, a colonne, a pilastri, a scaglioni, a piramidi; oro a bizzeffe, in quel paese di Veraguas, dove bastava smuovere un pochettino le zolle, per trovar le radici degli alberi affondate in quel coso giallo lucente; oro nel fiume dello Yaque, presso San Domingo, ove del prezioso metallo non erano fatte solamente le arene del fondo, ma i ciottoli delle due rive, e i massi e le scogliere delle svolte.

Sulle scogliere, i violini arrabbiati del vento elettrizzano le budella miagolanti della foresta coprendo di note più alte l'orchestra formidabile del mare.... Il russare del mio motore si compiace a macinare questa lacerante polifonia, le cui cadenze fanno il massaggio ai miei muscoli, tonificano i miei nervi, e caricano di energia gli accumulatori del mio cuore dai lunghi fili....

O lontano paradiso, irrigato di lagrime.... o risacca gemente di rimpianti eterni.... triste oceano di pianto, dalle scogliere di bronzo.... Nilo di tenerezza dal vasto sorriso soleggiato! Mamma! Mamma!

«, , per Dio! son dessi, sono i nostri piroscafi che vengono ad imbarcarciEd un fremito di soddisfatta impazienza s'innalzò in un momento tra quella superba gioventù da non più udire il rumore delle onde che si frangevano contro le scogliere.

Ma quando il cumulo delle acque, furiando imperversato, quasi che fosse ansioso di ricuperare l'antico dominio (però che la terra emerse dal profondo del mare al comando di Dio),¹ si precipita a flagellare i confini del mondo, dove trova l'insuperabile argine, e il solo degno di sommettere la sua spaventosa potenza, la parola del Creatore, che lo respinge indietro: ma quando rotolandosi per l'ampiezza del suo spazio travolge il naviglio che incontra nel corso fatale, onde il nocchiero disperato di ogni umano soccorso guarda il cielo, ed il cielo gli si mostra minaccioso, questi non ha più scampo, il flutto che vede agglomerarsi da lungi deve eseguire la sentenza di morte che la natura ha pronunziato contro di lui; allora tra i pensieri della vita futura s'insinua tristamente la rimembranza della sua famigliuola che gli strazia le viscere: e i figli? e la moglie? dorme ella? su lo stridore dei venti, tra il muggito del mare parle sentire il suo nome sospirato nel delirio di una orribile agonia, balza atterrita, corre al lido, e non iscorge che flutti sommossi e cielo ottenebrato: che Dio faccia pace all'anima del naufrago; ma doveva sfidare il terribile elemento col peso dei figliuoli sul cuore? Quando tutto è sconvolto, quando tutto è paura, e terrore, felice quel sicuro che gode spaziare su l'ultimo lido della terra, e sorridere di quel sorriso col quale si accolgono i più cari amici, all'onda che dopo avere sommerso mille navigli viene a spezzarsi tra le scogliere della spiaggia! Felice chi nel fragore del tuono, e nell'urlo salvatico dei mostri marini può sentire una dolce armonia, una voce di amore, simile a quella che acquietò i dolori della sua fanciullezza! Ma più avventuroso colui, che nell'ora della procella commise il suo corpo ai flutti agitati! Lo pregavano gli spettatori, pei Santi e per la Vergine, a non osarlo; ma egli, sprezzando i consigli della paura, si compiacque vedersi sospeso su gli abissi, la descrizione dei quali fa abbrividire migliaia di gente: certo egli sembrava un atomo vagante per la luce; conobbe il pericolo d'essere ad ogni momento disfatto, mirò la faccia della morte, impallidì; e in ricompensa fu la sua anima purificata di ben molte passioni del fango, di ben molte umane imbecillit

La notte era chiara, che ci si vedeva come di pieno giorno; le alte scogliere che stavano ai lati della casetta, fantastiche nel bagliore, si sarebbero dette immani mostri accucciati nell'onda. Il mare appena agitato dalle onde morte, pareva dormisse sotto le stelle.

«Io ero nel più bel paese del mondo, una spiaggia tutta frondosa e fiorita, dinanzi a un mare azzurro aleggiato da tepide brezze, veleggiato da candide ali. Un tempio marmoreo sorgeva dinanzi al mare, ed era dedicato alla Fortuna. Giorno e notte la gente vi traeva da ogni parte, per tentarla, e coloro che la mutevole Dea favoriva ne uscivano carichi d'oro, e quelli che osteggiava si precipitavano, ridotti alla miseria e alla disperazione, da altissime rupi sopra irte scogliere. Il tintinnio dell'oro scandeva le musiche echeggianti sotto le vôlte del tempio; creature di favolosa bellezza vi si aggiravano, affascinanti come sirene. La donna dalla cui vista rimasi abbagliato non era la più desiderata: altre si traevano dietro codazzi di spasimanti; ed io sentivo il bisogno di render conto a me stesso della mia scelta, pensando a quel che ci accade quando siamo dinanzi alla mostra d'un gioielliere. Anche se non abbiamo da comprar nulla, se fantastichiamo che qualcuno, un amico straricco e generoso, o lo stesso mercante, ci offra di portar via un oggetto di nostro gusto, noi non preferiamo il più vistoso, ma il più squisito. Come dire la squisitezza, la leggiadria, la grazia, l'incanto, il fascino di quella creatura? Mai ne avevo vista un'altra altrettanto espressiva. Il fervore della sua intima vita non si rivelava solamente dagli occhi profondi, mutevoli, languidi e sfavillanti, limpidi e tenebrosi, ma da ogni tratto del viso, da ogni atteggiamento della persona. La chioma bionda e ricciuta era tutta ardore, tutta capricci; le guance avvampavano come per baci che invisibili labbra vi stampassero o si sbiancavano come per parole mortali che ella sola udisse; nei fremiti delle sue proprie labbra, delle mobili nari, delle mani nervose, passavano baci, sorrisi, carezze, repulse, disdegni, meraviglie, desideri, cupidigie, tutti i moti d'un'anima sincera, tutti gli atteggiamenti d'una vita intensa. Era straniera, principessa, ricca a milioni; ma non sfoggiava la sua ricchezza: in mezzo a gente che ostentava il lusso più ricercato, era semplice, disadorna, quasi dimessa; ma nella sua semplicit

Mai più tu avrai la gioia, o mio cuore, di contemplare brulichii così cupi di forme irritate e di caldi colori!... Con un volo planato io scivolo fino al fondo di questo nuovo abisso.... Che è mai questo rumore di pietre dietro di me? Le mie ali hanno spazzata la cresta delle scogliere.... Il paesaggio è sempre più tormentato. Montagne che s'incavano! Abissi sventrati!