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Ora io inviterei questi assennati discriminatori a fare un altro paio di distinzioni, o se preferiamo, considerazioni.

«Io ero nel più bel paese del mondo, una spiaggia tutta frondosa e fiorita, dinanzi a un mare azzurro aleggiato da tepide brezze, veleggiato da candide ali. Un tempio marmoreo sorgeva dinanzi al mare, ed era dedicato alla Fortuna. Giorno e notte la gente vi traeva da ogni parte, per tentarla, e coloro che la mutevole Dea favoriva ne uscivano carichi d'oro, e quelli che osteggiava si precipitavano, ridotti alla miseria e alla disperazione, da altissime rupi sopra irte scogliere. Il tintinnio dell'oro scandeva le musiche echeggianti sotto le vôlte del tempio; creature di favolosa bellezza vi si aggiravano, affascinanti come sirene. La donna dalla cui vista rimasi abbagliato non era la più desiderata: altre si traevano dietro codazzi di spasimanti; ed io sentivo il bisogno di render conto a me stesso della mia scelta, pensando a quel che ci accade quando siamo dinanzi alla mostra d'un gioielliere. Anche se non abbiamo da comprar nulla, se fantastichiamo che qualcuno, un amico straricco e generoso, o lo stesso mercante, ci offra di portar via un oggetto di nostro gusto, noi non preferiamo il più vistoso, ma il più squisito. Come dire la squisitezza, la leggiadria, la grazia, l'incanto, il fascino di quella creatura? Mai ne avevo vista un'altra altrettanto espressiva. Il fervore della sua intima vita non si rivelava solamente dagli occhi profondi, mutevoli, languidi e sfavillanti, limpidi e tenebrosi, ma da ogni tratto del viso, da ogni atteggiamento della persona. La chioma bionda e ricciuta era tutta ardore, tutta capricci; le guance avvampavano come per baci che invisibili labbra vi stampassero o si sbiancavano come per parole mortali che ella sola udisse; nei fremiti delle sue proprie labbra, delle mobili nari, delle mani nervose, passavano baci, sorrisi, carezze, repulse, disdegni, meraviglie, desideri, cupidigie, tutti i moti d'un'anima sincera, tutti gli atteggiamenti d'una vita intensa. Era straniera, principessa, ricca a milioni; ma non sfoggiava la sua ricchezza: in mezzo a gente che ostentava il lusso più ricercato, era semplice, disadorna, quasi dimessa; ma nella sua semplicit

Alla loro vita vacillante, rotta da lugubri agonie, da sonni tremebondi e da incubi grevi, noi preferiamo la morte violenta e la glorifichiamo come la sola che sia degna dell'uomo, animale da preda. «Vogliamo che i nostri figliuoli, seguano allegramente il loro capriccio, avversino brutalmente i vecchi e sbeffeggino tutto ciò che è consacrato dal tempo! «Questo v'indigna?

Noi potremmo svolgere lungamente le cagioni dei mutamenti che proponiamo; mutamenti, vogliate crederlo, signore, richiesti, non solamente dal mandato trasmessoci dall'Assemblea, ma dal voto esplicito del nostro popolo contro il quale nessuna convenzione sarebbe possibile; ma il tempo stringe e ci è forza rinunziare ai particolari. E preferiamo inoltre affidarci, per supplire a questa omissione, alla vostra lealt

In questo articolo dovrebbero trovare posto, alcune nozioni sulle scienze coltivate dagli antichi ebrei, sulla lor lingua e poesia; ma sia che l’indole del nostro lavoro non ci permette di diffonderci in questo studio quanto sarebbe necessario e sia perchè esso potrebbe riescire poco dilettevole per quei lettori ai quali è specialmente destinato il nostro lavoro, preferiamo a non parlarne.