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Difficile così indicare per lo appunto il numero dei morti e dei feriti in battaglia come dire preciso quello dei combattenti: ordinariamente si esagera nel più o nel meno secondo le passioni e gl'interessi dogli uomini; affermano da Marsiglia e da Tolone non essere venuti da prima oltre gli ottomila soldati, forse erano più contando i soldati di marina, gli artiglieri, gli operai, insomma tutta l'altra gente di corredo ad esercito formato; stando al Giornale delle operazioni di artiglieria pubblicato per ordine del governo in Francia portavano seco due batterie complete da 8; ed un'altra da assedio di sei cannoni da 16; imbarcaronsi sopra sette fregate, due corvette a vapore, due piroscafi minori, e due gabarre.

E che importano loro alcune nausee, i disagi, la morte? I piroscafi sono diretti sopra una luce verso l'ostro l

«Ma questi piroscafi non si vedono» diceva Nullo ad un impaziente crocchio di volontarii, composto dai Cairoli, Montanari, Tucheri ed altri, che anelavano di lanciarsi sul seno di Teti, e volare in soccorso dei combattenti fratelli.

S'incontrano rimorchiatori che trascinano affannosamente le navi all'entrata del porto. Le loro piccole ciurme sono italiane. Ogni tanto i piroscafi passano rasente a dalle enormi draghe. Chi sono quegli operai che le manovrano lavorando sotto al sole cocente, in mezzo al frastuono degli immani macchinarî?

Giungendo a Buenos Aires i grandi piroscafi transatlantici s'inoltrano lentamente in un canale lungo ventun chilometri, scavato nel fondo del torbido Rio della Plata e segnato sulle acque agitate con centinaia di boe e segnali luminosi. Chi ha tracciato questo solco colossale nel letto del fiume? Degli operai genovesi.

Ove sono i piroscafi che vi presero a Villa Spinola e vi condussero attraverso il Tirreno salvi nel piccolo porto di Marsala? Ove? Son forse essi nuovi Argo, gelosamente conservati, e segnati all'ammirazione dello straniero e dei posteri, simulacro della più grande e più onorevole delle imprese italiane? Tutt'altro; essi sono scomparsi.

La marcia da Sesto Calende a Varese non poteva essere fatta di fronte, perchè esposta ad essere pericolosamente molestata di fianco; oltre di che, prima d'inoltrarsi nel paese, importava assicurarsi sul Lago Maggiore un punto di sostegno, e impadronirsi di uno almeno dei piroscafi che il nemico vi teneva.

La fortuna però doveva continuare a proteggere la giusta impresa, ed al ritorno del Washington dagli Aranci, il Dittatore s'avviò verso Taormina, ove il generale Sirtori aveva diretto due piroscafi per il Mezzogiorno della Sicilia il Torino ed il Franklin. Imbarcossi col generale Bixio la di lui Divisione e felicemente giunsero a Melito sulla costa meridionale della Calabria. De' vivi inferno!

«Spero saranno piroscafi, non legni a vela: sarebbe troppo noioso il viaggio soggiungeva il maggiore dei Cairoli colla sua calma angelica Bixio, Schiaffino, Castiglia, Elia, Orlando, incaricati di condurli via dal porto, non sono uomini da lasciarsi intimorire da minacce o da ostacoli».

«Ove trovasi Marziachiese Lina non più decisa al silenzio, ma disposta ancora al risentimento dagli anteriori procedimenti di Talarico. «Marzia è in Roma a quest'ora» fu la risposta del Calabrese. «Il più agile dei piroscafi borbonici l'imbarcò la notte scorsa per tal destino