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Ch'io vegga, ove la querula Rana la morte insulta, Uscir dai rovi indomiti Della maremma inculta Al tocco della giovane Tua man gli aranci in fiore... Oh chi mi vieta un agile Sogno, un sospir d'amore? Voi no, nell'armi attoniti Irruginiti eroi, Voi no, rochi di fatue Ciancie... Chi parla a voi? Ai baldi, ai forti, ai vergini Cuori distende il canto Oggi il poeta e mormora Un requie al camposanto.

Arrivato a Castillejo dovetti aspettare fino a mezzanotte il treno dell'Andalusia; desinai a uova sode e ad aranci, con un po' d'innaffio di Val de Peñas, brontolai una poesia dell'Espronceda, chiaccherai un po' con un doganiere (il quale, tra parentesi, mi fece la sua professione di fede politica: Amedeo, libert

Presso Mornas vidi i primi olivi, ma sembravano ancora delle piante esotiche. Di limoni e di aranci non ne vidi, ad onta della prossimit

Mi affacciai alla finestra, e poggiati i gomiti sul davanzale, stetti non so ben quante ore assorto in deliziosa contemplazione. La frescura dell'aere, le esalazioni profumate dei cedri e degli aranci, la luna che grassa e rubiconda si specchiava nel mare, tutto mi accarezzava la fantasia di nuove seduzioni. L'idea di vestire l'abito religioso mi assaliva ad ogni tratto.

Ma sentì di repente che si svegliava da un sogno, e che tutte le cose intorno a lui avevano ripreso il loro aspetto comune, laddove per qualche tempo egli aveva visto il giardino grande come una foresta, e i filari degli aranci profondi come i sentieri di quella foresta.

Nell’interno i cortili marmorei, come li atrii di un re, erano giocondi d’acque vive, di aranci, di statue, di paggi e di cani.

Corse, entrò nel salotto rossa, confusa, e al lume della candela che teneva in una mano la Contessa, ancora in sottanino e con in braccio la Rosalia, vide subito sul tavolo grande, dove avevano disteso una tovaglia bianca, il vestitino di velluto cremisi, il cavallo di legno, e poi bambole, giocattoli, aranci, dolci, mandorlato... Era la Santa Lucia che arrivava da Venezia, dalla parente dei cinque dogi.

Il cortile degli aranci è posto a tramontana della cattedrale, e cinto d'un gran muro merlato. Nel mezzo sorge una fontana, circondata da un boschetto d'aranci, e da un lato, accanto al muro, un pulpito di marmo, ai piedi del quale narra la tradizione che predicasse san Vincenzo Ferrero.

Sulla strada, in alto, quasi a picco si ferma il vapore; visi affaticati respirano alla portiera il venticello di ponente; la venditrice di acqua e di aranci va su e giù lungo i binarii: un velo azzurro di viaggiatrice svolazza; il povero cieco appoggiato al braccio di suo figlio augura il buon viaggio a tutti; una bambina, dal vetro sollevato, gitta ai fanciulli che si bagnano, un grappolo di uva nera.

Poi, per vaghezza di cambiar padrone, si mise al servizio di Don Rocco Panzavacante, e su una tanecca nuova fece molti viaggi in commercio d’agrumi al promontorio di Roto, che è una grande e dilettosa altura su la costa italica, tutta coperta da una selva di aranci e di limoni. Su i ventisette anni egli si accese d’amore per Francesca Nobile; e dopo alcuni mesi strinse le nozze.