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Enrica era uscita, tenendo stretta in una mano la fialettina, offertale dal Weill-Myot. Gettatasi nella sua carrozza, dette ordine al cocchiere tornasse al palazzo. Per via incontrò Cristina, che facea cenni al cocchiere. Costui fermò i cavalli. Cristina si avvicinò alla portiera della carrozza. La principessa tirò giù il vetro e si sporse verso di lei per ascoltarla.

Ed ambedue, usciti di sotto la portiera, si diressero alla stanza del buffet inseguiti da Alfredo, il quale ogni volta che s'imbatteva in un dominò bianco, credeva di rinvenire la sua cara Esmeralda.

Fritta? mormorò Nancy; e, sentendo che se non scivolava dentro su quella sogliola fritta non sarebbe entrata mai più, passò rapida sotto il drappeggio della portiera ed entrò nel salotto. Si guardarono. Ella vide un uomo di alta statura; una bocca dura, un naso curvo e forte in una faccia bruciata dal sole, due occhi chiari e freddi; e una fronte grave sotto folti capelli grigi e ondulati.

Vedo qui la sua traccia. Uomo, o demonio, lo conoscerò; dovessi anco strapparvi il suo nome dal cuore. E fece per avventarsi sulla marchesa, che istintivamente si fece schermo delle braccia contro quella belva umana. Ma in quel punto si sollevarono le pieghe d'una portiera di damasco, e un terzo personaggio comparve nel salotto. Non tanta pena, padre Gallegos!

Sarai gentile con lui, nevvero? Mi piace la Querciaia riprese il mio bambino perchè vi sono tanti uccelletti sulle piante. In quel momento Pietro sollevò la portiera e Lo introdusse.

Infine, la messa terminò. Il prete rientrò in sacrestia, ed il personaggio in veste da camera si levò. Il gesuita si precipitò per rialzare la portiera dell'uscio, lo lasciò passare e lo seguì. Il personaggio dal Toson d'oro non manifestò di avvedersi di quegli atti di deferenza. E' camminò dritto, traversando qualche sala ove zonzavano parecchi lacchè, affrettati ad aprire le porte.

E di quello strazio le eran rimasti in mente una lettera e un numero, «a 3622 a», ch'erano segnati all'interno sulla portiera del vagone, e che ella aveva fissato per tutto il tempo del viaggio attraverso la campagna scura. Furono giorni orrendi.

Poco dopo affacciandosi alla portiera chiamò Olimpia, a cui diede sottovoce un ordine; la cameriera tornò quasi subito recando una veste da camera, la signora si spogliò silenziosamente degli abiti polverosi da viaggio e vestì gli altri. Leonardo aveva seguito con attento orecchio tutti quei movimenti.

Quella cappella era un gabinetto privato, ove il buon Dio si recava per uso di qualche essere privilegiato, esclusivamente. La porta che conduceva al di fuori era chiusa. Le tendine di seta verde delle tribune erano abbassate. Una portiera in velluto paonazzo, ornata di frange e di nappe d'oro, mascherava una porta laterale.

Era la creatura provocante, sensuale, che Roberto avea sempre conosciuto: la creatura per lui irresistibile, dominatrice. Entrando nella sala, la principessa non avea veduto un uomo nascosto dietro una portiera di raso paonazzo, con ricami d'oro, sebbene gli fosse passata d'accanto, lo avesse quasi toccato con la sua veste.