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Ma Enrica, mutabile, perversa, sapeva che, continuando a tener separati i due giovani, avrebbe cagionato la loro irreparabile infelicit

Pensò poi aggiungerne un altro che sarebbe stato prezioso: l'atto di nascita della bambina, appartenente a Enrica e a Roberto. Una sera, dopo che il vecchio prete ebbe finito la sua parca cena, gettò un'occhiata su Cristina, cosa che facea ben di vado.

Un bellissimo uomo.... sebbene si veda sul suo volto che deve aver molto sofferto.... Io sono arrivata in quel momento nella mia carrozza.... Tornavo dalla mia villa.... Enrica non prese parte alla conversazione: non ebbe neppure il desiderio di domandar notizie di Diana.

Si rialzarono, si riazzuffarono: Roberto era ubriaco di rabbia: tutti e due inveleniti dall'odio; a poco a poco si accostarono al ponte: a un urto di Roberto il conte di Squirace cadeva nell'immenso precipizio, gettando un grido straziante: all'assassino! che risuonò in tutto il parco. Enrica era scomparsa.

Emilio sparava a volte il suo schioppo, di notte, per semplice precauzione, perchè si capisse da' malvagi che egli vigilava. Le due donne, Enrica e Cristina, dopo la pietruzza gettata sulla finestra, avevano udito tutto: le parole della guardia e quelle del duca. È lui, aveva detto Enrica a Cristina, tremando, mentre se ne stavano con l'orecchio teso, accostate alle imposte della finestra.

Ciò indicava che il marito di lei si dovea sentire assai male, aver qualche disturbo; ma Enrica non avea prestato molta attenzione a quelle parole, si era distratta in altri pensieri. La mattina dopo, essa ricevette Cristina.

Signor conte, disse con voce rauca Roberto, trovate modo di darmi una soddisfazione pronta, immediata anzi: domandatemi scusa del vostro affronto: umiliatevi dinanzi a me e a Enrica: placatemi, seguitò con spaventosa freddezza, io ho gi

Gli era sembrato a un tratto che lottava col conte di Squirace e che le sue mani erano lorde di sangue. Enrica vedea ben avviati i suoi disegni: voleva spingere quella scena più oltre, inasprire il conflitto; e con arte infernale, soggiunse: No, signor conte, voi non direte nulla a mio padre... ve ne supplico... morirei di dolore e di vergogna....

Vi si arrivava dalla via principale per una serra, piena di palme, di orchidee, di nepenti.... Il conte accettò l'invito. Sapeva benissimo che Enrica non avrebbe assistito alla cena: ma pensava che la mattina appresso gli sarebbe venuto l'atto d'incontrarla nel parco: avrebbe potuto parlare. A ogni modo era lieto di esserle vicino.

Enrica piangeva, di quel pianto spasmodico, proprio de' malvagi, degli altezzosi, stretti dalla disperazione.... Il pianto la scoteva tutta: e, ad un tratto, come concludendo una serie di pensieri che la crucciavano, sospirò: È impossibile.... impossibile.... confessar tutto a mio padre!