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Aggiornato: 13 giugno 2025


Passeggiando per la pescheria si fermava davanti i banchi ad ammirare i pesci di tutte le dimensioni e di tutti i colori, dal roseo al verde, dal bianco al bruno, tutti brillanti di squamme metalliche; e passando per l’erberia stava colla bocca aperta davanti le botteghe rigurgitanti di commestibili d’ogni genere, ornati di verdi fronde, e contemplava estatico i cestoni di frutta e di erbaggi, le piramidi di aranci e di limoni, le valanghe di bietole e patate, i mucchi di polli e di selvaggina, i monti di carubbe, i barili d’uva calabrese e di fichi secchi.

Per aprire il cancello cigolante, egli approfittò del fragore d'un treno che scivolava nell'ombra notturna. Il vento taceva; le cime degli alberi stavano tutte immote; tra i filari degli aranci, le lucciole non trescavano più. Risonava di tempo in tempo la caduta d'un frutto delle palme, o il gracidar gi

All'ombra degli aranci, sull'orlo della vasca della fontana, vanno a pigliare il fresco i buoni sivigliani en las ardientes siestas del estio; e a rammentare il voluttuoso paradiso di Maometto non resta che la leggiadra verzura e l'aria imbalsamata, e ad ora ad ora qualche bella fanciulla dai grandi occhi che vi saetta trasvolando in mezzo agli alberi lontani.

Anna uscì trepidante. Mentre passava il vestibolo, le giunse un coro di litanie, un canto che veniva forse da una cappella sotterranea, ugualissimo e dolce. Mentre passava il cortile vide a sinistra in cima al muro sporgere un ramo carico di aranci. E, come pose il piede su la via, le parve di aver lasciato dietro di un giardino di beatitudine.

Il terrazzo del signor Bonaventura, era come tutti gli altri dei nostri palazzi genovesi, lastricato a quadri bianchi e neri, coi suoi orticini dai lati, molti vasi bellamente posti in giro, nei quali fruttificavano alcune piante di aranci e di limoni, una vasca di marmo col delfino che gettava il suo zampillo d'acqua, e un pergolato di rose gialle e di gelsomini.

Tale è la moschea d'oggigiorno. Ma quale doveva essere al tempo degli Arabi! Non era chiusa intorno intorno da un muro; ma aperta, in modo che da ogni sua parte si vedeva il giardino, e dal giardino si vedeva fino in fondo alle lunghissime navate, e l'aria spandeva fin sotto le volte della Maksura la fragranza degli aranci e dei fiori.

La madre ne profittò per spingerle davanti il piatto, ma la ragazza lo passò alla signora Veronica e prese un arancio. Badate, osservò questa, forse non sapete il proverbio siciliano: gli aranci al mattino sono di oro, a mezzogiorno di argento, la notte di piombo. Siccome avete lo stomaco quasi vuoto, potrebbe riuscirvi indigesto. Lo sbuccio soltanto.

Era un boschetto di limoni e di aranci, piantati a file parallele, e fitti in maniera che formavano una volta intricatissima di verzura, sotto la quale si godeva un'ombra, un fresco e un profumo di paradiso. In pochi momenti quell'oasi deliziosa fu ingombra e circondata di cavalli, di mule, di fuochi per le cucine, di servi affaccendati, di soldati dormenti.

Piantò vicino a questi larici un boschetto di faggi, di pini e di frassini alpini; su di un alto terrazzo, al disopra del fiume, eranvi parecchi aranci e limoni, i cui frutti, maturando tra i fiori, esalavano nell'aere un ammirabile e soave profumo.

Una scala di marmo bianco coi parapetti intagliati conduceva al giardino ricco di aranci e di fontane, e in quella sera vagamente illuminato, a lampade opache di vario colore. In cima alla scala Leoni adattò la mantellina sulle spalle della principessa, poi sostenendole il braccio, scese con essa. Il giardino era pressochè deserto.

Parola Del Giorno

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