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Aggiornato: 22 maggio 2025


Vi era un salotto, col soppalco a legno intagliato e le mura coperte di cordovano a rosoni d'oro. Vi era un tavolo di frassino incrostato di avorio e di laminuzze di argento niellato, e grossi sgabelli di noce intagliati a sfingi, girigori e lacci aggroppati. Vi erano infine guastade di fiori ed una giga.

Volle allora il caso che aggirandomi, non so più per qual via, mi trovassi di fronte a una bettola su cui vidi scritto a caratteri intagliati in un'impannata, e illuminati da una fiamma interna «Vini nazionali» e io dissi senz'altro a me stesso: Entriamovi, è meglio così, e non è un cattivo rimedio; cercherò nel vino quell'ardimento che non ho più il potere di chiedere alla mia ragione. E cacciatomi in un angolo d'una stanzaccia sotterranea domandai alcune bottiglie di vino che bevetti con avidit

Quanto ai sedili, non aveva avuto da copiar nulla, poichè i sedili c’erano, in Haiti, e più belli e più ricchi a gran pezza di quelli che aveva l’almirante nel suo castello di poppa. S’intende che al banchetto di Guacanagari i sedili non erano tutti intagliati e ornati d’oro, come i due che si vedevano destinati al cacìco e al suo ospite.

Circa il servizio da tavola, Menico ha esordito in una maniera splendidissima. Era un giovedì e nella bella sala da pranzo del barone di Cerami, coi mobili di noce intagliati e i grandi piatti arabo-siculi appesi alle pareti, c'era una decina di convitati, quasi tutti, per via della Camera o del Senato, appartenenti alla politica.

Noi amiamo le rovine, vecchie pietre e vecchiotti azzimati, vecchi sfinteri e vecchi legni preziosi intagliati! Amiamo le rovine! E chiniamo la schiena, la sera, davanti alla storia, nel Colosseo e nel Foro romano. Poi ognuno di noi si dondola sull'

Ma dimmi, se 'l sai, questi doi versi latini, li quali nel tenero scorzo di esso lauro tu vedi quivi intagliati essere, chi fu lo sottil interpretatore di essi? TRIPERUNO. Isidoro. LIMERNO. Isidoro Chiarino? TRIPERUNO. Esso fu. LIMERNO. Oh divino spirito d'un fanciullo! ché veramente nel sino di Talia succiò le dotte mamme, maggior fama ed onore si arreca lo autore che 'l commentatore loro.

Una scala di marmo bianco coi parapetti intagliati conduceva al giardino ricco di aranci e di fontane, e in quella sera vagamente illuminato, a lampade opache di vario colore. In cima alla scala Leoni adattò la mantellina sulle spalle della principessa, poi sostenendole il braccio, scese con essa. Il giardino era pressochè deserto.

La porta aveva stipiti di legno, intagliati rozzamente, ma di bella apparenza, perchè l’intaglio era screziato di vivaci colori. In alto, dove i grandi d’Europa mettono lo stemma e la corona, si vedeva un bianco teschio d’animale, in mezzo ad un trofeo di frecce, spiedi, mazze ed altre armi selvagge.

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