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Conduci via, Angelin, queste meschine, ché le question divengon troppo belle. Rinaldo a que' discorsi pose fine; e accompagnate a casa le donzelle, in una malvagía, per la salute d'Angelin, sei guastade ha poi compiute.

Innanzi che il conte Corrado e i suoi convitati si mettessero a tavola, i donzelli andarono in giro con guastade e catini di argento cesellato, per dare acqua alle mani, acqua stillata con odori di rosa e di mammole.

Allorchè il Palavicino entrò nella sala, quei dieci galantuomini che non sapevano veramente quel che si volesse, stettero aspettando in silenzio ch'egli parlasse per il primo; intanto erano pure entrati nella sala due camerieri con guastade di vino e tazze e calici, e quando ad un ordine del loro padrone si mossero portando in giro i bacili fra coloro che non sapevano trovar la ragione di tutte quelle gentilezze, il Palavicino prese finalmente a parlare: Ho a domandarvi scusa di una cosa, amici cari, cominciò a dire.

Così finite le prime mense, si sparecchiò; i donzelli vennero da capo con le guastade e i catini, per dar l’acqua odorosa alle mani; quindi si venne alle seconde mense, che erano giuncate, formaggi, datteri di Catalogna, mandorle di Liguria, uva passa e fichi secchi di Grecia, miele, confetti, zuccherini di ogni sorta, ippocrasso ed altri vini aromatici.

Vi era un salotto, col soppalco a legno intagliato e le mura coperte di cordovano a rosoni d'oro. Vi era un tavolo di frassino incrostato di avorio e di laminuzze di argento niellato, e grossi sgabelli di noce intagliati a sfingi, girigori e lacci aggroppati. Vi erano infine guastade di fiori ed una giga.

Ma su questo tema torneremo di qui a poco; per ora è un immenso vestibolo che ci si spalanca dinanzi a lasciarci spingere uno sguardo per entro a una sala vastissima di cui non saprebbesi più oggidì far la chiave di vôlta, e su di un banchetto lungo a veduta d'occhio circondato da una selva di olivi, di mirti, di oleandri, ornato a sopraccarico di vasi, di anfore, di mescirobe, di guastade d'oro, d'argento, di porfido, d'agate, di lapislazzulo. Variet

Il conte a quell'ora era seduto innanzi ad una gran tavola sulla quale stavano ancora le reliquie di un lauto pranzo e una selva di guastade, di vasi, di bottiglie di vino. Si comprendeva facilmente come il conte molto si dilettasse di quest'ultimo per certi segni di un rosso carico tendente al violetto che mostrava sulle guance e sul naso. Del resto, fuori di questo indizio, che forse non poteva dare un'idea molto dignitosa di un tal personaggio, tutti i tratti del suo aspetto e della sua fisonomia erano d'una nobilt

Il vasellame di stagno forbitissimo, le bocce, le guastade, facevano un bel vedere sulla tavola foggiata a ferro di cavallo, e coverta di tovaglie tessute ad opera, candide che avrebbero rimessa la voglia in un ammalato agli sgoccioli.

Il boudoir era tappezzato di raso giacinto a fiori bianchi. Il fuoco brillava nel camino. L'aria era tiepida e profumata da guastade di fiori. L