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Io volevo domandarvi conto di questo signor marchese, che è venuto un'ora fa a a vedere se il contino era arrivato. Il marchese d'Arco? Sicuro. Mi pare di aver capito ch'egli abbia un grande attacco pel giovinetto che deve arrivare, e m'è passato per la testa, così per dire a dire, che egli fosse stato l'amante della mamma.... Si sa bene!

Siete però su una falsa strada: non crediate ch'io non abbia più bisogno del vostro aiuto. Io debbo domandarvi un altro piccolo favore! Ahimè, principessa, soggiunse l'ipocrita Weill-Myot, speriamo sia tale che mi sia dato l'onore, il piacere di soddisfarvi.... sapete quanto sia vostro amico!

La signorina Wilson mi lasciava dire. Ero in vena, ed ella non voleva trattenermi. Forse ha imparato a conoscermi, ed ha presa l'abitudine di lasciarmi sfogare. Il che, dopo tutto, mi fa piacere, e vuol essere una delle ragioni che me la rendono simpatica. L'uomo che ciancia, bisogna lasciarlo cianciare; egli si persuade di piacervi, e piacete tanto più a lui quanto più state a sentirlo. Ma non bisogna distrarsi, quando egli ha sciolto Giordano. Povero a voi, se egli si ferma per domandarvi approvazione, e voi siete col capo ad altro. Io, per esempio, quando mi fanno un discorso troppo lungo, penso volentieri ai fatti miei; ma uso l'avvertenza di collocare ad ogni tanto un "gi

Emilia tremava, desiderava saperne di più, e temeva di far conoscere l'interesse che vi prendeva. «Posso io domandarvisoggiunse egli poscia, «da quanto tempo vedete il signor Valancourt? Posso io domandarvi, o signore, il motivo di questa interrogazionediss'ella; «e vi risponderò immediatamente.

Beatrice a mano a mano che la supplicavano volgeva intorno gli sguardi minacciosi. Per sorte i suoi occhi vennero ad incontrarsi con quelli del Luciani, i quali divampavano maligna esultanza: ormai sicuro dell'esito del suo nuovo trovato, egli covava la nidiata dei traditi. Ira, ribrezzo, e soprattutto senso di schifo infinito agitarono l'anima di Beatrice, che per poco non proruppe: pur si contenne; non tanto però, che queste diverse passioni non le si vedessero passare per la fronte, a modo di nuvole traverso il disco della luna. Rimessasi alquanto, con voce fioca, che poi a mano a mano le crebbe, risoluta e gagliarda prese ad ammonire i suoi congiunti in questa sentenza: Che voi non abbiate potuto resistere alla prova dei tormenti, e piegato ai primi assalti del dolore, e fatto gettito della vostra bella fama, come il soldato che abbandona l'arme nel giorno della battaglia, io intesi con infinita amarezza dell'anima mia, ma mi astengo di rimproverarvelo: solo mi sia concesso di volgermi severamente a voi, e domandarvi perchè mi vogliate a parte della vostra ignominia? Due avevano ad essere le Regine dei dolori; una in cielo, l'altra in terra; ed io sono la terrena. Non m'invidiate, vi supplico, la mia corona di martirio, dacchè io la porti più gloriosamente che se fosse di gemme. Udite! Uomini santi ci hanno ammaestrato come noi non possiamo volgere le mani micidiali contro il nostro corpo, ch'è fattura di Dio, senza fare violenza alla volont

Essendo avvezzo da lunghi anni a leggere a letto, e privo da tanti giorni d'un tal piacere, ne sentivo vivamente il bisogno; onde mi feci animo, e dissi all'Agata: Siete tanto buona, che vorrei domandarvi un nuovo favore da aggiungere agli altri. Tutto quello che abbiamo è a vostra disposizione. Come siete gentile!... vorrei pregarvi di favorirmi un libro da leggere.

MASTICA. Eccoli che vengono; calate giú, padrona, a riceverli. LAMPRIDIO. O padre, mi vergogno domandarvi perdono dell'offesa fattavi. FILASTORGO. Fa' che per l'avenire si ricompensi essermi ubidiente, ché giá hai conosciuto se t'amo.

Adesso sono riavuta, e puoi lasciarmi. Mi scordava di domandarvi in qual maniera avete potuto riposare in questa antica e spaventosa camera la notte scorsa. Come secondo il solito. Non avete dunque inteso alcun rumore? No. veduto nulla? Niente affatto. È sorprendente. Ma dimmi, per qual motivo mi fai tu queste interrogazioni?

Nella calma solenne di quell'ora, in quella solitudine, dove l'occhio del sospetto non arrivava, il Palavicino fu per la prima volta ascoltato con attenzione e con raccoglimento da' suoi compatriotti, al cui orecchio suonarono le seguenti parole: Innanzi tutto, o amici, prese a dire il giovane Manfredo, io debbo domandarvi perdono se v'ho tratto lontano da Venezia senza riceverne prima il vostro assenso; ma il tempo incalzava, ed occorreva di far presto; d'altra parte io mi teneva sicuro, come mi tengo anche adesso, che non vi sareste mai sdegnati con me quando foste per sentire dalla stessa mia bocca i motivi che mi consigliarono.... Io vengo da Milano ch'è poco, voi tutti ne siete partiti che non è gran tempo. Nei motivi della vostra partenza, anzi della vostra fuga, troverete anche quelli per cui ed io e questo mio amico al quale debbo la vita, e questo conte Birago, col quale per molti anni io non ebbi mai accordo, e che fu così generoso da esibirmi per il primo la sua amicizia, abbiamo pensato di condurvi qui. La condizione della nostra carissima terra è a tale estremo di miseria e di ruina, che basta toccarne di volo, perchè tosto ne si apra dinanzi la miserabile scena. che a voi, anche nel mezzo delle allegre feste, fuggisse dalla memoria, io ne ebbi un profondo indizio, cari miei, indizio che mi fece sperar tutto da voi, pel quale compresi che del vostro paese è in voi ardentissimo l'amore. Due notti sono, ritornatevele nella memoria, io ebbi la gioja, , la gioja, di vedervi tutti quanti conturbati e percossi in mezzo alla allegria che vi circondava. Pure, a lungo andare, continuando a dimorare in questa citt

Non vi pare abbastanza bello il caso di venire noi stesse a domandarvi la mano? questa seguitò serbando in tale difficilissima scena tutta la sua signorilit