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Io, per me, desidero di non trovar colpevole alcuno de' miei fratelli di patria, e sono altronde pronto sempre ad ammettere che quelli altresì le cui azioni meritano il più acerbo biasimo, non sieno stati traviati se non dalla rettitudine medesima delle loro intenzioni. Ma non potrei lasciarmi trarre più oltre; e laddove i fatti non sono dubbi in verun modo, laddove le cagioni di questi fatti sono aperte, io non posso, per compiacenza, per privati riguardi, tacere la verit

Mi era perdurata l'impressione di quel «me» malato che mi era parso di lasciarmi addietro partendo per Milano; mi era perdurata anche la impressione di sentirmi divenuto affatto un altro appena arrivatovi. Ed ora? mi domandavo. Mi accomiatai bruscamente, senza darle nessuna spiegazione del mio contegno.

Oh, non lasciarmi, non lasciarmi mai, Solo conforto ai miei tristi vent’anni!... Tutti, presso di te, mamma, tu il sai, L’anima scorda i paventati affanni.... Oh, non lasciarmi, non lasciarmi mai!... Move da l’aure un alito di pace; Palpitante di stelle è il firmamento, Ed ogni umana sofferenza tace Come dormono i fiori e tace il vento: .... Move da l’aure un alito di pace....

Non parlo della caccia, dei pesci, dei latticini, del burro, perchè ne parla la fama; e taccio, per non lasciarmi vincere dall'entusiasmo, di quel celebrato formaggio, nel quale, quando s'è fatto tanto di ficcare il coltello, si continua a infierire con una sorta di furore crescente, menando fendenti e puntate, e abbandonandosi a ogni specie di lavori d'intaglio e di scavo, finchè è vuota la forma, e il desiderio aleggia ancora sulle rovine.

Loreta, non potete lasciarmi.... per me voi siete tutto, siete l'unica persona al mondo in cui si sono concentrati i miei affetti.... Se mi mancaste, portereste via con voi l'anima mia, la mia pace, tutto me stesso.... Ed arrestandosi un istante e passandosi con gesto febbrile la mano sul fronte, quasi per calmarne l'ardore: Ah!

Entra ella mi bisbigliò, senza lasciarmi. Entra, entra. Quella voce, proferita da labbra tanto vicine ma invisibili, reale e pure misteriosa, spiratami calda nell'orecchio e pure intima come se mi parlasse nel mezzo dell'anima, e femmina e dolce come nessun'altra voce fu mai, io la odo ancora, la udrò sempre. Entra, entra. Spinsi la porta.

Ma che è, mio Dio? gemeva la povera contessa: qualcuno.... un medico!... Corro io..... No! non lasciarmi sola. Che fare? che fare? Come ti senti? La contessa non poteva rispondere: i suoi lineamenti stravolti, contraffatti, facevano paura e piet

Ah, no, Raimondo, non lasciarmi in questo momento, te ne scongiuro! Sforzandosi d'essere disinvolto. Ma, mio caro, ho i miei padrini che mi aspettano. Li ho invitati a colazione, ed è il meno che si può fare in queste circostanze. Poi, alle quattro parto.... PIERO alzandosi. Parti? . Non te lo avevo detto.... eh, sfido, con questo po' po' di roba.... Vado a Torino.

Quanto a me, non so; molto allegro non sono mai stato. Ma allora avevo otto anni, e mi mandarono subito in collegio; forse per distrarmi, forse per non lasciarmi perdere il frutto della educazione materna.

Stanotte non ebbi un momento di quiete..... Mi ritrassi a casa esaltato, per la serata musicale, che passai insieme a Voi, mia Regina! Mi fu siccome cosa di cielo!.. La Capinera, romanza che io vi feci, e che il noto amico mio egregiamente musicò, ebbe da Voi interpretazione meravigliosa sull'arpa, da lasciarmi estatico!.... L'arco del mio violoncello rimase paralizzato, quando il vostro delizioso arpeggio accompagnava: Declina il Sol morente Cade dal Ciel la sera, Canta soavemente Allor la Capinera: Nel cor, beato ascolto Di quella mesta il canto, Tutto é in quel suon raccolto Di volutt