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Evelina spiegò com'era fatto quel condimento: un po' di farina bianca, un po' di burro, un po' di latte, un po' di formaggio, un torlo d'ovo, e il tutto ben sbattuto e fatto cuocere lentamente. Io ho sempre avuto una gran passione per far da cucina. Il pranzo a Pietro lo facevo sempre io: intanto si è sicuri di due cose: di ciò che si mangia e della pulizia. Benissimo, approvò Don Giuseppe.

Non parlo della caccia, dei pesci, dei latticini, del burro, perchè ne parla la fama; e taccio, per non lasciarmi vincere dall'entusiasmo, di quel celebrato formaggio, nel quale, quando s'è fatto tanto di ficcare il coltello, si continua a infierire con una sorta di furore crescente, menando fendenti e puntate, e abbandonandosi a ogni specie di lavori d'intaglio e di scavo, finchè è vuota la forma, e il desiderio aleggia ancora sulle rovine.

Quand'ebbi visitato la casa e il giardino antico, entrai in un piccolo caffè dove una ragazza senza scarpe, inteso alla prima il mio linguaggio da sordomuto, mi portò una mezza forma di buon formaggio di Edam, delle uova e del burro, ogni cosa posto sotto un coperchio di maiolica, protetto da una reticella di fil di ferro, e nascosto da una bianchissima tovaglietta ricamata; e poi scortato da un ragazzo che mi parlava a gesti, andai a vedere una fattoria.

Ci si chiuse nel camerotto riservato alle donne, il quale, secondo l'espressione dell'Eula, era «il meno peggio». Avevamo fame ma non aspettammo molto. Tre quarti d'ora dopo si spalancava l'uscio ed entravano roast-beef, un fiasco di vino, del formaggio, della frutta e delle sigarette. Mangiando si chiacchierava e si rideva.

Don Procopio è sempre il primo a sedersi al solito tavolino, tra le sette e mezzo e le otto; e mentre il Paolo accende il gas e da un'occhiata ai giornali, il prete fa un po' di tenera conversazione con Marianna, la vecchia gatta del caffè, alla quale porta tutte le sere o una crosta di formaggio, o una filaccia di carne, o lo pelli del salame, e non di raro qualche ossicino di pollo non tutto da buttar via.

Il su Francesco s'alzò, andò a prendere dal sacco un pezzo di formaggio e una grattugia, sedette e si mise a grattare. I due cugini si guardarono scoraggiati. E.... chi volete sequestrare? domandò finalmente il campiere. Conoscete i signori Savarella? rispose mastro Pasquale rinfrancatosi ad un tratto. .

Finalmente la Menica venne a portare in mezzo alla tavola una famosa zuppa di polli, fumante, che spandeva un odore appetitoso. Ci sedemmo tutti in circolo intorno la tavola: alla zuppa seguì un arrosto eccellente di beccaccie, del prosciutto, del formaggio, della frutta, e con quest'agape domestica venne lautamente celebrato il mio arrivo.

Sicuro il mio Carl'Ambrogio, c'è, e ci dev'essere anche la storia dei duecentomila, perchè, dico io, è tal cosa che non fa molt'onore, che in tanto popolo non ci sia da mettere insieme quindici o venti migliaia di uomini... e questi Svizzeri che, a saziarli, ci vuole un bue per ogni quattro, rimandarli al loro Cantone, dove c'è la Cervogia e il formaggio di capra.

Or quasi Ipalca ha smarrito il coraggio per il finto marito che gemea, e dice: Eccovi alfin quel dal formaggio. Caro Gesú! fuggir non si dovea. Marfisa è oppressa, ma l'ha minacciata con una guardatura spiritata. Prendesi alloggio, ed all'uomo-fanciulla venne un dottor d'una trista figura.

Due fette di prisciutto; due di formaggio tanto sottili che traspaiono come lanterne, che te ne potresti servir per occhiali; due oncie di carne tanto minutata sottile come se volessi dar a beccarla a losignuoli; pan duro di dieci giorni che ci bisogna la fame di tre settimane per divorarlo.