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Allora Giuliano diede un'energica crollata di spalle, si mise con passo risoluto per la lunga infilata delle sale, raggiunse l'anticamera, e scese allegro la scala di marmo, salutando beffardamente il paffuto angiolo di stucco bianco che, recando sempre fra le mani il tulipano di vetro del lume a gas, s'era tante e tante volte veduto passare davanti quel bellissimo giovane.

In Napoli l'anemia serpeggia un po' da per tutto: ora pensate a queste povere ragazze che fanno una vita sedentaria, in un laboratorio, coi lumi a gas d'inverno; pensate a queste giovanette elegantemente vestite che a casa loro dormono in un miserabile sottoscala, senza luce; pensate alle privazioni, alla mancanza dell'aria, del sole, alla mancanza del cibo sano, della carne che costa troppo, e vi spiegherete la mancanza dei globuli rossi.

Geltrude la cameriera che aveva lasciati i signori Folengo per passare al nostro servizio accendeva il candelabro a gas, nel mezzo del soffitto; e allo stropiccìo de' miei passi si volse, dicendomi: La signora è indisposta e prega il signore a voler pranzare da solo.

Entrano in scena i grossissimi calibri. Sulle bottiglie, i bottiglioni di esplosivo inebriante crollano ormai i barili giganti. E la frenetica gioventù baldanzosa dei gas a lungo compressi si scatena nella domenica di tutte le libert

L'aquila di ferro e tela arranca e si sforza di equilibrarsi con disperati colpi di reni. Sembra perduta. Gli uomini che porta sul dorso sono affaccendati nell'accarezzare il suo cuore di gas esplosivi. Cuore frenetico che a furia di battere ora s'infiamma di viola e blu. Cuore virulento che ha forato la carne e le ossa della schiena e schizza fuori, vampe e fruste di scintille.

Finalmente vidi un friseur aprire il suo gabinetto, ed entrai, sperando cavar qualche cosa da costui; un giovinotto in abito nero ed occhiali, che pareva uno studente di metafisica. Anche nel salutarmi al mio entrare aveva l'aria di affacciarsi con pena e stupore dall'origine delle idee a questo basso mondo, male rischiarato con poco chiaror di nuvole e una sottile fiammella di gas.

Nella luce dei lampioni foschi e delle fiamme libere dei becchi a gas delle botteghe che sembravano cave, ero come disorientato. Ci volle uno strappo di catena per convincermi che facevo parte del convoglio di galera. La via era ripida e tortuosa. Si saliva lentamente e si passava attraverso ondate di luce sfacciata.

Quando quell'occhio si convinse che non ero un policeman, un detective, una voce mormorò: Entrate per la porticina laterale. Tre barbieri, alla luce del gas, stavano radendo tre persone, cogli usci chiusi a chiave, silenziosamente. Parevano malfattori in atto di commettere qualche brutto delitto. Di a qualche minuto un policeman bussò, ma nessuno gli rispose.

Nancy accese il gas nel salotto, e sedette colle mani in grembo. Era sola, quella sera, come tante altre sere. I bambini colle teste grosse la guardavano. E il morto signor Johnson con gli occhi bianchi la guardava. Sul caminetto la piccola pendola sgangherata pareva chiacchierar piano, e affannarsi a sbattere via il tempo in fretta e furia. Nancy l'ascoltava.

In tutto, dunque, undici: una borghesia grassa, grossa, beatamente cretina, piena del suo merito, piena di disprezzo per quello che è fine, per quello che è artistico; un palco borghese che fioriva alla luce del gas, nel teatro Sannazaro.