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Mi morsi le labbra; l'istinto vittorioso aveva costretto l'uomo a trincerarsi e a guardarsi da una promessa immediata; le parole uscivan dalla bocca del signor Folengo meccaniche; egli si dimenticava la sua professione di fede in me; gli proponevo un affare, secondo lui, ed egli mi trattava da uomo d'affari.

Poi, lentamente, i visitatori presero commiato, e come l'ombra serale precipitava, restai nel salotto, vedendo ancora davanti al caminetto la bruna dal sorriso consolatore, e l'altra dagli occhi mesti. Quella sera, a pranzo non avevamo che mio suocero, Pietro Folengo. Donna Teresa era rimasta a casa, un po' indisposta.

Lidia s'accostò alla poltrona, dove la madre s'era seduta; non so quel che passasse allora nell'animo della giovane, ma certo l'insolita accoglienza doveva assai turbarla. I suoi occhi andavan senza posa da me a suo padre, e da suo padre alla signora Folengo. Questa la serrò fra le braccia, e la fece sedere vicinissima a . Io solo rimaneva in piedi, appoggiato al piano-forte.

Ne' suoi occhi grigi lessi la sicurezza che la mia risposta doveva essere la buona, e avvertii un impercettibile moto in lui, come di preparazione. Il fatto è semplice e grave, risposi. Mi alzai, mi posi di fronte all'uomo, e dissi con voce quasi tremante: Ho l'onore, signor Folengo, di chiederle la mano della signorina Lidia sua figlia.... Vi fu un silenzio che giudicai spaventevole.

Le brevi domande, però, mi ricordarono ch'io doveva la storia del mio passato a Lidia. Non sapeva io tutto di lei? La sua vita fino al mio incontro era stata così semplice, così eguale, che ponendo piede in casa Folengo, avevo capito come ogni giorno vi fosse monotono e puro, perchè Lidia non aveva amiche.

Mentre Geltrude usciva, il signor Folengo mi tornò vicino. Perchè meglio si persuada ch'io accolgo la sua domanda con viva simpatia, voglio sùbito comunicarla alla mia signora, fece con tono affettuoso.

Io so quel che faccio.... È una tortura inutile che noi infliggiamo loro. L'indice di donna Teresa si posò due volte sul bottone del campanello. Il signor Folengo, vistasi levata la direzione diplomatica delle trattative, riprese il suo posto, con un sospiro di sollievo. , , forse è meglio! disse come tra di . Io sono contento.

Ero riuscito a flettere la voce con molti chiaroscuri sentimentali e simpatici; mi ripromettevo dalle parole un ottimo resultato per la mia causa; onde fui scosso da capo a piedi, quando scorsi Pietro Folengo sorridere bonariamente, stirarsi, e lasciando il divano venirmi incontro. Tutto questo è molto buono! egli disse, battendomi sulla spalla.

Certo, corroborò donna Teresa, alzandosi ella pure con un sospirone; avete fatto un romore indiavolato per delle fanciullaggini.... Non c'è stata colpa in Lidia, come non ci fu nel signor Caccianimico.... Dunque, esclamai, venite voi pure a concludere ch'io sono ombrosissimo?... Pietro Folengo si strinse nelle spalle. Sono contrario alla mania di concludere, disse.

Ma Pietro Folengo era ministeriale per costituzione psicologica e avversarlo sarebbe stato come fargli un salasso. Alle undici se ne andò; sùbito, Lidia mi disse: Vado a letto; mi sento poco bene. Si levò dalla sedia con apparente fatica, e finse trascinarsi fino alla soglia della sua camera. Qui, si rivolse e appoggiò una mano alla fessura della finestra, ch'era nell'angolo.