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"Io sollazzarmi? Io essere contenta? replicò la Contessina, in cui lo sdegno mal represso imporporava grado grado le gote. Credete voi che uno zotico sacrestano e quelle caricature di donna Rosa e suo marito siano per me una così gradevole compagnia che m'abbia a beatificare stando con loro? Quanto siete in inganno! perchè, sappiatelo, i rancidi lazzi, le vecchie storie e il giuoco del tarocco sono per me le cose più odiose del mondo, e a passeggiare da sola in mezzo ai villani mi conviene, mi diverte, lo voglio: se non avessi il mio piano-forte e i libri, di cui mi provvedo abbondantemente, in due anni che vi sono sposa mi sarei gi

Nel mio salotto, non si giuocava; i gettoni e le carte erano abbandonate sul tavolino, qualcuna per terra. Lidia sedeva sullo sgabello innanzi al piano-forte; Gian Luigi sopra una poltrona, all'angolo estremo della camera. Mi manca l'ultima strofa, diceva Gian Luigi. Volevo trovare un pensiero grazioso, un po' francese, sa, una specie di birichinata elegante; ed è difficile....

Mary, disse con accento alquanto iroso, Mary, non custodite voi questo segreto mio appartamento? , amabile padroncina, rispose l'ancella alquanto arrossendo nel vedere che Rosina guardava sempre sul mobile ed aveva ritirate le mani dalla tastiera del piano-forte: se ho errato in qualche cosa, vi scongiuro a dirmelo.

Lidia s'accostò alla poltrona, dove la madre s'era seduta; non so quel che passasse allora nell'animo della giovane, ma certo l'insolita accoglienza doveva assai turbarla. I suoi occhi andavan senza posa da me a suo padre, e da suo padre alla signora Folengo. Questa la serrò fra le braccia, e la fece sedere vicinissima a . Io solo rimaneva in piedi, appoggiato al piano-forte.

Io allora, col mio fucile stretto fra le mani, col passo leggiero d'uno scoiattolo, saltando sulla sabbia, eccomi sul terrazzino, anzi fin quasi alla persiana, prima che mio zio se ne accorga; mi arresto, arresto i moti del cuore, spingo il capo verso l'entrata e l'occhio verso il piano-forte, e, non vedendo più il campanile di Golasecca, sparo in aria un colpo, io non so perchè, un colpo che rimbombò come un temporale.

Ho capito; canterò a capriccio, disse risoluta la fanciulla, improvviserò: andiamo nel mio gabinetto al piano-forte. E, spiccato un salto, penetrò nella stanza favorita e, assisasi innanzi all'istrumento, preludiò una musica fantastica, tutta di sua idea, oltremodo appassionata, a cui unì con voce angelica le appresso parole.

E infine facevano musica sopra un piano-forte che le era stato regalato dall'imperatore del Brasile, il quale la chiamava sempre il mio piccolo canarino e le voleva bene come ad una figliuola.