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Aggiornato: 4 luglio 2025


Ma appena ti ho chiamata, hai sentito berne che tornavo a esistere. Questo ho sentito. Molta meraviglia? Molta. Anche molta gioia, se non m'inganno. Molta. Non hanno potuto trattenerti dal correre a salutarmi risorto. Non l'hanno potuto. E perché, dimmi, perché ti pareva che io non esistessi piú? Perché non esisteva piú nessuna delle cose d'allora. Di allora, cioè di quando?

Ed è triste, sapete!... Non avrei mai creduto di dover lamentar gli anni così presto... Mi sento proprio vecchio... Dovreste rimandar la vostra partenza, dacchè non c'è più vostro nipote. Poh! Per farmi piacere. No, è meglio che vada. Per distrarvi? E... anche... Grazie... non è il secondo complimento questo... Perdonatemi, non so dove m'abbia la testa... buona sera. Tornerete a salutarmi almeno?

Finalmente vidi un friseur aprire il suo gabinetto, ed entrai, sperando cavar qualche cosa da costui; un giovinotto in abito nero ed occhiali, che pareva uno studente di metafisica. Anche nel salutarmi al mio entrare aveva l'aria di affacciarsi con pena e stupore dall'origine delle idee a questo basso mondo, male rischiarato con poco chiaror di nuvole e una sottile fiammella di gas.

Pur si fece coraggio, e sentendolo passare nell'andito gli disse: Signor Roberto, non viene nemmeno a salutarmi? Non ha bisogno di nulla? Venivo anche da me, sa rispose l'ingegnere, sforzandosi di assumere un fare scherzoso, ed entrò nella stanza con la mano tesa verso Maria, Venivo anche da me, e non perchè avessi bisogno di qualche cosa.

Deve aver trovato delle notizie molto interessanti in quel giornale, che non alza nemmeno gli occhi per salutarmi. Davo una scorsa alle novit

Giovani, liberi, innamorati, riuniti misteriosamente, ci lasciammo con una stretta di mano, e fummo felici, «sotto l'usbergo del sentirci puri.» «L'indomani colla prima corsa dovevo partire. Egli sarebbe venuto a prendermi per accompagnarmi allo scalo, per salutarmi ancora. E poi? Poi nulla. Non c'era prospettiva d'un altro ritrovo, non c'era avvenire per noi. Scriverci... era tutto.

Si levò il cappello per salutarmi e siccome io andava cercando qualche altra parola prima di decidermi a quella di congedo, vedevo la sua testa scoperta nel nimbo della luce e i suoi capelli che la brezza sollevava con una morbidezza di mano amante. Non so perchè, ma trovavo una soavit

Quella notte fui sorpreso di vederlo in casa mia; ma gli mossi incontro, e credo di avergli sorriso. Clelia mi guardava severamente come chi dicesse: "vedi, la mia calma vale meglio assai che la tua." Ed era vero, troppo vero. Eugenio partiva per Roma. Un famoso pittore aveva avuto incarico di alcuni affreschi; gli proponeva partecipasse all'opera e al prezzo; era venuto a salutarmi.

Ma infine vorreste sapere perchè sono venuta qua; non è egli vero? Vi contenterò subito. Maddalena è scesa la seconda volta a Genova per salutarmi, e il Giovannino, che non vi ha visto la prima, s'è richiamato per violazione di patti. Allora abbiamo pensato di venirvi a cercare, ed è un'ora che siamo quassù. Ma dove siete stato, voi? Ad erbolare, signora.

Venne ad accompagnarmi allo scalo, e quando entrai nella sala d'aspetto, mi strinse la mano, mi fece un inchino e partì. Mi fermai alla porta e lo seguii collo sguardo, sperando che si volgesse qualche volta per vedermi e salutarmi ancora. Ma egli non pensava che al suo sigaro. Non si voltò mai. Correva e fumava come una locomotiva!

Parola Del Giorno

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