Vietnam or Thailand ? Vote for the TOP Country of the Week !

Aggiornato: 20 maggio 2025


In quel momento, con gran soddisfazione di Gianni che intravide una nuova occasione per essere licenziato, il campanello annunziava una visita ed un servitore in livrea fattosi avanti: "Eminenza! diceva tre donne, con una supplica chiedono di potersi presentare all'E. V." "Entrino" fu la risposta di Procopio, ma a Gianni non fece motto.

"Fu qui è vero, ma se n'è andata" rispose Procopio, rinvenuto dal primo stupore. "È molto tempo che se n'è andata?" chiese Giulia, con accento da cui trapelava la sua incredulit

Quando cotesti rettili serpeggiano nelle moltitudini non è senza scopo. È un inviato di Roma, e certo c'è del nuovo per noi. Colui è Cencio. Addio!". I nostri lettori ricorderanno l'agente subalterno di Don Procopio, per cui Gianni aveva affittata una stanza in vista dello studio di Manlio.

La sera medesima s'adunò in solenne assemblea il Club dei caciocavalli e, dopo lunga discussione, fu decisa una fiaccolata in onore del cavaliere Procopio, con incarico al maestro comunale di fissarne il programma: anzi, facesse pure di sua testa quel che credesse meglio.

Gianni fu veduto da Attilio entrare nella casa ov'egli contrattava la stanza per Cencio, e quindi fu visto avviarsi e penetrare nel vestibolo del superbo palazzo Corsini, ove abitava il suo padrone. "È dunque Don Procopio l'uomo" disse tra se il nostro eroe, Don Procopio il favorito ed il più dissoluto della caterva dei masnadieri principi di Roma; e andò innanzi immerso nelle sue riflessioni.

Povera Camilla! anche il nato dalle tue viscere andò nel carnaio degli innocenti dopo aver esalato il respiro sotto il coltello degli sgherri dello stesso Procopio, di quel Gianni che in questo momento s'aggira per sedurre e perdere la perla di Trastevere, la bellissima Clelia.

"Non ci sapreste più che fare?! oh! questa poi è una dichiarazione poco galante da parte vostra, signora Giulia! qui come ovunque voi avrete un culto, bellissima fanciulla!". Biascicando queste e simili frasi melate, Don Procopio cercava di avvicinare frattanto la sua poltrona a quella di lei ma ella ritirava la propria d'altrettanto dimodoché le due poltrone avevano l'aria di onde agitate che si perseguono sempre, e non si raggiungono mai.

PROCOPIO, Historia arcana, p. 1 Libro 1, cap. 16, num. 12. Le monografie inserite in questo volume furono tutte comprese nella collezione Custodi, e riescono perciò non difficilmente accessibili agli studiosi. Le differenze fra l'edizione presente e quella del Custodi sono, per altro, dal punto di vista formale, molte e assai notevoli.

Trasportati a Cartagine, caddero nelle mani di Belisario e furon da questi riportati a Bisanzio. Gli ebrei allora, come afferma Procopio, li reclamarono all'imperatore Giustiniano, che li fece portare in una chiesa di Gerusalemme. Strana storia, invero, quella di questi tesori del Tempio, portati altra volta a Roma da Tito!

I lampioni, ordinati con cura dal maestro Ciuffetti, partirono insieme come un lampione solo, facendo vedere sopra una linea le parole: VIVA PROCOPIO DE COLLEPRANIS.

Parola Del Giorno

imbrattato

Altri Alla Ricerca