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Che i briganti non sieno tutti assassini lo prova Orazio, il valoroso Romano che tutti in Trastevere, specialmente le donne, ammiratrici sempre della bravura, credevano discendente dal famoso Coclite, che da solo difese il ponte contro l'esercito di Porsenna. Egli aveva questo di particolare, oltre il valore che lo ravvicinava all'antico eroe: gli mancava un occhio che nell'infanzia, in una rissa aveva perduto. Un giovinetto della sua et

È proprio così; ma mettimi al corrente di quello che è accaduto; so che stasera c'è stata una cena in Trastevere. , una cena molto buffa, disse il principe offrendo alla madre una tazza di . Io non so come ho fatto a resistere, a star serio tutto quel tempo. Pare che fossi investito a segno della mia parte da far breccia su quei vassalloni. Se ti sentissero! osservò la duchessa.

Fabio riflettè un momento, ma spronato da quel fare risoluto, vinse la naturale pigrizia del pensiero, e rispose lealmente: Oramai il principe si è impegnato troppo formalmente per la stazione in Trastevere, bisogna fare di quell'idea la base della sua elezione e svolgerla, predicarla, affermarla. E con quali mezzi? Con la stampa.

Mentre si pugnava disperatamente in Trastevere, i Montigiani, guidati da Cucchi, Guerzoni, Bossi, Adamoli ed altri generosi non se ne stavano colle mani alla cintola. Lo scoppio della mina nella caserma degli zuavi era convenuto dovesse essere come il segnale del loro moto. E la mina scoppiò e quei prodi mossero con eroica risoluzione alla testa di tutta la gioventù romana che si potè radunare.

Per alleggerire le fatiche delle truppe nel servizio di pattuglia, dei cittadini clericali avevano formato una milizia nazionale, della quale fecero parte anche figli di case principesche. Il 25 ottobre, seguendo in Trastevere le traccie di un focolare di rivoltosi, si scoprì un deposito d'armi in casa del fabbricante di stoffe Aiani. Gli zuavi diedero l'assalto a questa casa; del proprietario e dei garibaldini quasi tutti si fece strage; pochi furono presi prigionieri. Il medesimo giorno, il governatore militare di Roma proclamava la citt

Nella curiosissima opera di Filone, intitolata «L'ambasciata a Caio», si può vedere sino a qual punto Augusto fosse clemente con gli ebrei. Il dotto alessandrino afferma che Augusto trattò sempre con dolcezza gli ebrei, conferma che essi abitavano nel grande quartiere del Trastevere, erano per lo più schiavi liberati e non furono costretti a mutare le consuetudini dei loro padri.

Sotto Domiziano, narra Svetonio, il fiscus judaicus veniva riscosso con grande rigore. Gli ebrei, che sino ad allora avevano abitato liberamente il Trastevere, furono da questo imperatore cacciati dalla citt

Adesso vuolsi toccare così di volo qual'era Roma quando fu combattuta dai Francesi dalla parte in cui si ridussero le offese, e le difese. Il Trastevere si congiunge col sinistro lato della citt

Rovesciato il capo-brigante con un pugno sul cranio, il nuovo arrivato spianò la sua carabina prima sul guardiano di Manlio, poi su quello delle donne, ed egli, che metteva una palla nell'occhio del cignale a dugento passi di distanza, appena curossi della caduta dei due, gettando invece un colpo d'occhio sulla perla di Trastevere.

Innocenzo VII, del quale fu antipapa Benedetto, nel 1406 accordò il diritto di cittadinanza a certi ebrei di Trastevere, fra cui a Elia di Sabbato, a Mosè di Lisbona, a Mosè di Tivoli, i quali erano medici e portavano il titolo di «maestri». Godevano costoro grandi privilegi ed erano dispensati dal portare il segno obbrobrioso di Giuda.