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Aggiornato: 9 luglio 2025
Io so, e ciò ti basti, che tu ami altrove. In ogni modo, ciò sarebbe per conto mio proprio. Ma non ritorniamo su queste tristezze. Puoi tu spendere dugento mila franchi l'anno per me? No. Vattene allora! Tutto è detto. Io ammagrisco al regime di 2000 franchi al mese. Tu mi
Dugento mila franchi di premio per te, se riesci. Noi ti lanciamo su di lui come Dio sguinzagliò Satana sopra Giobbe. E poi? Poi... io non ne so mica più di te. Che fortuna può egli avere? Oh! e' non è ricco. Se tu gli estrarrai cinquecento mila franchi in oro dal cuore, e' sar
Ma dopo aver parlato col biondo Arturo, entrava anche meno nei disegni del gesuita di metter fuori le dugento lire. La pigione era stata pagata; nè Arturo, ne il padre Bonaventura, per quanto si stillassero il cervello, potevano indovinare donde fosse caduta a Lorenzo Salvani quella pioggia di Danae. Degli apparecchi che fece la contessa Cisneri per andare ad una festa da ballo.
Sarò io, chetatevi, sarò io! disse gravemente l'eletto. Ma badate! il maresciallo vuol doppia razione. Datemi dunque dugento lire; se no, cedo l'onore ad altri. Io sono stanco di gloria, e se non viene la paga doppia, mi contento del grado di semplice carabiniere. Il diavolo si porti l'Architetto! Vuol quello che vuole. Ma.... io non vi cerco! Siete voi altri che volete innalzarmi, non io.
Scendevo alla stazione di Pavia e siccome sapevo che nel treno avviato per Genova erano circa dugento emigranti che non avevo potuto vedere alla stazione di Milano mi fermai un momento per salutare quelli che conoscevo.
Ogni nuova invenzione in tanto solo porta seco gran guadagno e trova prezzo grande nella stima degli uomini, in quanto la raritá la rende piú desiderabile. Non sono venticinque anni che si credeva non trovarsi nel mondo medaglie di rame dell'imperadore Ottone. Le prime, che si scoprissero, furono comprate fin a dugento scudi d'oro; ed erano poco ben conservate e di trista condizione.
SANTINA. Io con men di cento. GERASTO. Io con men di cinquanta. SANTINA. Io con men.... GERASTO. Lasciami finir di parlar, se vuoi. Colui se la torrá nuda. SANTINA. Questo mio gli fará la sovradote. GERASTO. Il mio gli dará cento ducati di piú. SANTINA. Il mio, dugento. GERASTO. Il mio.... SANTINA. Anzi il mio.... GERASTO. Tu non sai che voglio dire, e passi innanzi.
Il Principe avendo tenuto seco circa dugento uomini dei più fidi, giunse verso le 4 pomeridiane alla vista del castello, ove s'accorse che v'erano gi
Io, per esempio, disse il Collini, che cominciava a stizzirsi di tanti preamboli, non ne so ancor nulla, ed e per questo che vi dò dugento lire al mese. Via, non si scaldi! rispose il Bello, arrossendo un poco; le dirò tutto quello che so. Gli è fino dell'anno scorso che se ne parla. È un disegno nato nel cervello di parecchi popolani. E non vi sono capi?
Tu e Cardello, alla porta, col vassoio sul tavolino tra due candelabri. Un bel sorriso e Grazie. Le lire e le mezze lire pioveranno abbondanti, e anche qualche fogliolino da cinque lire. Vorrei vedere che il Sindaco e gli Assessori.... E i signori del Casino!.. Sono dugento biglietti! Donna Lia e Cardello si guardavano negli occhi.
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