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Aggiornato: 9 giugno 2025
I popolani del Trastevere, abbacinati da quel miraggio d'interessi e di guadagni, erano tutti concordi nel vedere in don Pio l'unico candidato, il solo candidato serio, e non pensavano più alle simpatie della principessa della Marsiliana per i clericali, non osavano più rimproverare al principe l'inerzia di cui aveva dato prova per il passato.
In quel vasto lanificio di Trastevere alcuni patrioti andavano faticosamente raccogliendo armi e munizioni nell'intento di adoperarle nel nuovo tentativo che si ordiva. Per opera dei soliti delatori, la polizia fu avvertita di quei preparativi.
Fabio Rosati s'era alzato e andava da una tavola all'altra distribuendo strette di mano, raccogliendo le parole lusinghiere per il principe con l'intenzione di ripetergliele poi. Ve lo dicevo che non c'era altri che lui, che il voto era ben dato? ripeteva egli a quanti gli parlavano della stazione in Trastevere. Bella mente, idee larghe, idee nuove e un cuore d'oro.
In Trastevere s'eran riuniti i nostri vecchi conoscenti, Attilio, Muzio, Orazio, Silvio e Gasparo, e con loro tutti quelli dei trecento su' quali la polizia non aveva ancora posto le mani . Si facevano ascendere a diecimila i patriotti arrestati in Roma in quest'ultimo movimento, dal paterno Governo dell'angelico. Il popolo avea trovato capi atti a guidarlo e vi fece il suo dovere.
"Eh! per ordine del favorito, del cardinale ministro; si dice e si aggiunge," continuò il militare, "che Sua Eminenza voglia stendere la mano potente non solo sul padre, ma anche sulla figlia, la perla di Trastevere". Un movimento convulsivo di rabbia agitò Attilio alle ultime parole del sergente e: "A che ora tenteremo di liberarlo?" chiese con visibile impazienza.
Quattro ore durò la lotta; e ad ogni istante accorrevano nuove milizie in soccorso degli assalitori. Il popolo, dalle contrade vicine, tentava ogni mezzo per ajutare i difensori della casa. In mancanza d'armi, i popolani di Trastevere rovesciavano sul nemico mattoni, sassi, masserizie, quanto loro veniva alle mani.
Al tempo del sacco di Roma per opera di Alarico, gli ebrei del Trastevere soffrirono crudelmente. Fra i tesori rubati dal re visigoto vi furono anche i vasi del tempio di Salomone che egli aveva presi a Roma come preda; alcuni però gli sfuggirono, perchè più tardi Genserico ne trovò ancora quando giunse a Roma.
Così un pugno di risoluti, tentando rinnovare alla villa Cecchini Mattei a Sant'Onofrio l'impresa fallita in Trastevere, attaccati da due compagnie di zuavi si difesero disperatamente fino a sera, finchè divenuto vano il resistere accettarono la morte. Fu questo lo spettacolo cui assistette la Francia dell'89 reduce in Roma il 30 ottobre 1867.
Ne veniva di conseguenza, che se fece a lenti passi la strada che lo condusse al Gesù, ora poi non sapeva decidersi in nessuna maniera a imbroccare la via che doveva condurlo a Trastevere. Sostava a ogni tratto, retrocedeva a modo dei gamberi, cambiava strada, faceva strane giravolte, e chi l'avesse osservato e seguito, avrebbe creduto che gli fosse dato volta al cervello.
Si tratta di una cosa molto più difficile a dirsi. Me la dica subito, insistè il principe senza turbarsi; sono preparato a tutto. Senta, il sor Domenico, l'oste di Muzio Scevola, dice che se stasera non viene la principessa insieme con lei, i voti del Trastevere le saranno per la massima parte negati.
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