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Aggiornato: 30 aprile 2025
L'onorevole arrivò pochi giorni dopo, e parlò Dio glielo perdoni! due ore e mezzo filate, senza arrestarsi un momento per rinfrescarsi le labbra, scaraventando cifre dietro cifre su la faccia stupita degli elettori, che non ne capivano niente; magnificando il suo sistema, che avrebbe risanato, in un batter d'occhio, le finanze dello Stato, reso fiorenti le industrie, rigogliosa l'agricoltura, rigurgitanti le tasche dei contribuenti; i quali, se si fosse adottato il suo sistema, avrebbero pagato così allegramente le tasse, da prendere pel collo gli esattori perchè ricevessero il danaro!
Il 24 ottobre arriviamo a Paese. Villaggio banale con alto campanile, osservatorio incolume sulla strada, la piazza e le case imbottite e rigurgitanti di truppe. Colloco la mia branda in una stanzuccia che ha nel centro dell'impiantito un gran buco e ne salgono nitriti impazienti di cavalli, fiati caldi che aggravano la temperatura di densa angoscia. Piove. Atmosfera d'uragano prossimo, lontano, errante. I cani soffiano e s'agitano nervosamente nel sonno. Tutte le forze del cielo e della terra sono tese. Nuove forze si aggiungono a quelle gi
Due ore dopo vi entriamo con venti autocarri rigurgitanti di arditi fez neri. Impetuoso scamiciamento, fucili branditi da braccia pazze, bocche squarciate dal canto, lazzi feroci di gioia barbarica nel polverone incandescente, fiocchi neri al vento, bandiere nere che spazzano gli alberi sotto il sole che pomposamente si spacca in cannonate arroventando l'aria. Beviamo nella corsa un simun africano saporito di allegria infantile. La polvere calda sulle labbra è lo zucchero della vittoria. Rimbalzano in aria i cuori nostri gareggiando in splendore, furore e rotondit
Passeggiando per la pescheria si fermava davanti i banchi ad ammirare i pesci di tutte le dimensioni e di tutti i colori, dal roseo al verde, dal bianco al bruno, tutti brillanti di squamme metalliche; e passando per l’erberia stava colla bocca aperta davanti le botteghe rigurgitanti di commestibili d’ogni genere, ornati di verdi fronde, e contemplava estatico i cestoni di frutta e di erbaggi, le piramidi di aranci e di limoni, le valanghe di bietole e patate, i mucchi di polli e di selvaggina, i monti di carubbe, i barili d’uva calabrese e di fichi secchi.
Una nube nerissima, a vortici rigurgitanti, dal sotto in su insanguinata da riflessi guizzanti, si levò dal basso del monte, roteando nella valle. Oberto! gridò Ildebrandino, afferrando il nipote per un braccio sì fortemente che quasi lo fece staffeggiare: E non diemmo le mazze sul capo al malaugurato! Guarda! La masnada era corsa la!
Nelle botteghe dei rigattieri di religione, ora come allora, si vendeva Cristo. Dagli ospedali rigurgitanti, dalle chiese gremite, dalle sentine, dalle cloache, dai penitenziari della umana carne, ora come allora, la speranza dei miserabili affluiva con tutte le sue piaghe verso il mito intramontabile, cercava di medicare in un rivolo d’acqua le maledizioni della vita.
Parola Del Giorno
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