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Aggiornato: 21 maggio 2025
Il principe Luigi attraverso gli ultimi anni dell'impero aveva acquistato una coscienza alquanto più chiara che non il suo disgraziato cugino: egli sedeva con sua madre dietro l'imperatore quando nei cento giorni fu pomposamente celebrata sul campo di maggio l'ultima grande solennit
E dopo un silenzio, tutte quelle forme proruppero in un lamento: Dov'è la Patria promessa ai nostri figli da coloro che ci videro morire e giurarono vendicarci? Dov'è la tomba che dovea raccogliere l'ossa nostre su terra libera e sotto la bella bandiera per la quale ponemmo la vita? Perchè sfumarono le promesse dei vostri cari? A che dirci grandi se il nostro esempio non è raccolto? A che la parola d'amore gittata pomposamente alla nostra memoria, se il pensiero, il voto, il palpito dell'anima nostra è obliato, profanato, travolto? Morimmo per la Verit
Pochi mesi dopo che Jules Favre aveva pomposamente assicurato, che non esisteva plebe a Parigi, le petroliere della Comune apparecchiavano l'orrenda festa dei morti! Gli atti del Congresso del Lavoro di Ginevra del 1866 porsero un quadro istruttivo del cambiamento di animo di queste classi. Non un discorso sulle fantasticherie comunistiche dei tempi andati. Si disputò commercialmente, con talento pratico e con minacciosa seriet
Dietro costoro, un grosso stuolo di cavalieri vestiti pomposamente, montati su cavalli bellissimi, preceduti da un moro di alta statura, col turbante bianco e il caffettano roseo, s'avanza verso di noi. È il gran cerimoniere Hadje Mohammed Ben Aissa, cogli ufficiali di corte, che d
Due ore dopo vi entriamo con venti autocarri rigurgitanti di arditi fez neri. Impetuoso scamiciamento, fucili branditi da braccia pazze, bocche squarciate dal canto, lazzi feroci di gioia barbarica nel polverone incandescente, fiocchi neri al vento, bandiere nere che spazzano gli alberi sotto il sole che pomposamente si spacca in cannonate arroventando l'aria. Beviamo nella corsa un simun africano saporito di allegria infantile. La polvere calda sulle labbra è lo zucchero della vittoria. Rimbalzano in aria i cuori nostri gareggiando in splendore, furore e rotondit
Ma ne faceva grande mistero, e, per mangiar quel boccone, si rinchiudeva durante un'ora e più, dicendo pomposamente: «Vado a pranzo.»
Parola Del Giorno
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